Anche la Pro Loco Faenza riparte. Riparte con le visite guidate di primavera, attuando tuttavia alcuni accorgimenti viste le perduranti incertezze sanitarie. Si starà solo all’aria aperta, in gruppi di 20 persone al massimo e prevalentemente in bicicletta in maniera da avere un distanziamento interpersonale “automatico”. L’associazione è nel contempo consapevole del bisogno di evasione e di socialità richiesto un po’ da tutti e cercherà di conciliare, con buon senso e prudenza, queste due diverse ma comprensibilissime esigenze.

Primo appuntamento sarà sabato 8 maggio, con una biciclettata nella campagna di San Biagio, con scarpe comode. Le mete saranno tre: un lago nei pressi di via Carbonara (non visibile dalla strada e sconosciuto ai più) realizzato artificialmente nel dopoguerra a scopo venatorio, per attirare uccelli acquatici, di passo o stanziali. Pur sofferente per la siccità che ne ha prosciugato una parte, il lago mantiene un suo fascino nella cornice di canne e ranuncoli e nella grande distesa erbosa che lo circonda.

Poi si andrà alla chiesa di San Biagio Nuovo, costruita fra il 1911 e il 1920 e apprezzabile per l’architettura semplice ma accogliente oltre che per alcune opere d’arte qui confluite dalla chiesa dei Servi di Faenza dopo il doloroso passaggio del fronte con le relative distruzioni. Si tratta di un confessionale ligneo settecentesco, di un fonte battesimale in marmo di epoca manfrediana con solenne scritta latina e di un crocefisso a grandezza naturale di epoca incerta; dal Museo Diocesano proviene invece il bell’organo seicentesco costruito dal maestro bolognese Giovanni Paolo Colonna e perfettamente funzionante.

Infine, passeggiata finale lungo il meraviglioso filare di viti ultracentenarie che dall’abside della chiesa va fino al Cimitero. Si tratta dell’unica parte superstite del vigneto “a piantata” – quindi con tutori arborei vivi a reggere le viti stesse, secondo l’antico sistema già praticato dai Romani e forse ancor prima dagli Etruschi – messo a dimora nel 1911 e che quindi compie ben 110 anni. Oltre che per l’età e per la loro bellezza “scultorea”, le viti, sorrette da aceri, pioppi e piccoli alberi da frutto come peri e meli, sono mirabili perché annoverano anche alcune piante di “uva morta”, una varietà di aspetto modesto ma che produceva un ottimo vino.

Le uscite successive verranno organizzate man mano, sempre con attenzione alle norme sanitarie e nella seconda uscita, sabato 15 maggio, si andrà – sempre in bici per stradine secondarie passando da Santa Lucia e poi a piedi nell’ultimo tratto lungo una carraia campestre sul torrente Marzeno – a visitare la chiesa di Rivalta che è stata appena restaurata.     

  

È richiesto un contributo destinato a fini culturali di 5 euro o 3 euro per soci Pro Loco Faenza.

Ritrovo ore 14.30 in bici e scarpe comode, presso Pro Loco – Voltone della Molinella.

Prenotazione obbligatoria, posti limitati, uso della mascherina, comportamenti adeguati al momento di emergenza sanitaria.