“L’Istat, ancora una volta, conferma che Ravenna è la città con i sistemi di comunicazione peggiori di tutta la Regione. Si tratta, appunto, di una conferma perché  in più occasioni e da più fonti è stata  attribuita questa evidente e annosa  criticità senza, tuttavia, assistere a miglioramenti concreti. In altri termini dal dopoguerra la situazione è immutata per quanto attiene la rete stradale del tutto inadeguata se si pensa ai carichi enormi di traffico in transito sulle arterie principali di collegamento. E al riguardo basta citare, a titolo di  esempio, l’Adriatica con una presenza massiccia giornaliera di veicoli diretti al mare o alle località poste a nord della città. Situazione oltretutto aggravata sensibilmente dai numerosi mezzi pesanti provenienti o diretti al porto di Ravenna che, purtroppo,  non possono avvalersi di vie alternative  di collegamento.

Si tratta di un asse tra l’altro, a due corsie senza carreggiata di emergenza, inadeguato per flussi così intensi, causa principale di una viabilità lenta e pericolosa in relazione, appunto, all’elevato passaggio di veicoli di ogni genere.  Ma la lista delle arterie  stradali  inadeguate sarebbe molto lunga, e basti ricordare  la Ravegnana, la Romea, la San Vitale, la Reale e altre di non minore importanza. Oltretutto ne consegue che i dati di incidentalità e del numero di feriti ha raggiunto un primato negativo per la città, e questo dovrebbe ancora una volta richiamare l’attenzione degli amministratori pubblici a ricercare soluzioni migliorative. Gli stessi politici che in oltre cinquant’anni, con un minimo di lungimiranza, avrebbero dovuto fare leva sul miglioramento della viabilità attraverso l’impiego di risorse proprie o facendo leva su interventi europei, statali e regionali per il rilancio del territorio che già si stava creando i presupposti per rafforzare il turismo, l’università e la cultura. Il risultato, invece, è l’isolamento della città bizantina!

A margine, poi, dell’argomento in questione, occorre evidenziare  come i collegamenti ferroviari non vadano meglio: scorrono, infatti,  ancora su un binario unico e anche in questo caso il Comune non si è mai posto con il dovuto impegno nei confronti delle Ferrovie per migliorare la situazione e dare slancio a questa modalità di trasporto.  Perché, dunque, la cugina Forlì fortunatamente posta sulla via Emilia, usufruisce  di collegamenti così efficienti, sia stradali che ferroviari, oltre a beneficiare di un proprio aeroporto e noi, invece, siamo l’isolata Cenerentola romagnola? “

Gianfranco Spadoni

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