Sul degrado spaventoso in cui versano la viabilità e le aree pubbliche di Punta Marina Terme, diffondo incessantemente, quale consigliere territoriale del Mare, imprenditore balneare e residente sul posto, gli esposti e i fotogrammi eloquenti via via trasmessi, con scarsa risposta, al Comune di Ravenna (in primis), agli altri enti interessati e quando occorre alle forze dell’ordine, oltre a farne edotto il Consiglio territoriale stesso. Merita al riguardo, volgendo al termine la stagione estiva, denunciare però, con una specifica istanza, l’indecenza in cui è scaduto il Parco comunale di viale dei Navigatori, cuore pulsante del paese, a pochi passi dal litorale, che, pur funzionando intensamente come frequentatissimo parco ristoro e divertimenti, è prima di tutto un parco di verde pubblico da rispettare e preservare. Ci sono pervenute al riguardo, da parte dei residenti, inascoltati dall’amministrazione comunale, forti rimostranze, documentate con un ampio dossier fotografico.
La Pro Loco del posto, avendo in affidamento il fabbricato del Comune eretto a servizio del parco, lo usa per organizzare, grazie al meritorio impegno di numerosi volontari, una serie vastissima di sagre e feste, con produzione e vendita di alimenti e piatti della cucina romagnola, da cui, oltre a svolgere attività di animazione e attrazione a beneficio dell’economia turistica locale, ricava risorse con cui finanzia opere di servizio per il paese, anche quando spetterebbe alla pubblica amministrazione farsene carico. Il punto è che il disinteresse del Comune verso il rispetto della qualità e del decoro ambientale ha ridotto questo parco verde, uno tra i principali del proprio litorale, in condizioni inaccettabili, a cui ora accenno sulla base anche delle “norme di comportamento” affisse con un cartello sull’ingresso di via Nettuno.
Il dossier fotografico ricevuto dai residenti, che tengo disponibile per le Autorità, dimostrano come, intorno e nei dintorni del locale in uso alla Pro Loco, sia sorta una baraccopoli di manufatti, arredi, recinzioni, ecc. assolutamente incongrua, che favorisce anche il deposito di scarti e l’abbandono di rifiuti. Il problema principale è ovviamente quello di rimuovere quanto è abusivo (in termini tecnici“superfetazioni edilizie”) o indecente.
- Secondo il cartello dei divieti, è “vietato l’accesso a tutti i veicoli a motore anche condotti a mano”, che invece, specie durante le manifestazioni, entrano nel parco e vi scorrazzano di ogni genere e cilindrata. È permesso solo “l’accesso alle biciclette, per persone di età inferiore ai 6 anni”, purché procedano “a velocità moderata lungo gli appositi percorsi”, prescrizione però totalmente infranta soprattutto dagli adulti. Sorvolando sugli altri divieti, parimenti ignorati, l’unico rispettato è quello di non “calpestare le aiuole”, ma solo perché non ce n’è più un metro quadrato.
Gentile presidente, quanto sopra basta perché, come dice il regolamento dei consigli territoriali all’art. 45, Le rivolga la presente istanza, affinché interroghi opportunamente sul da farsi gli assessori e/o i dirigenti dei servizi comunali competenti, che individuo nell’Ambiente, per le attività di risanamento e rigenerazione del verde pubblico sofferente o dissolto, e nella Polizia municipale, per l’indispensabile piano di controlli, capace (come mai fatto) di perseguire gli abusi e le infrazioni, onde prevenirne il ripetersi.