Presentata denuncia alla Polizia Locale dell’Unione della Romagna Faentina per i ricci trovati morti sotto le macerie della Ghilana. Dopo il rinvenimento di tre esemplari senza vita al termine della prima giornata di lavori alla Ghilana, la Polizia Locale ha accolto la denuncia degli animalisti per la morte di animali protetti, non solo dalla legge italiana, ma anche da quella europea, e ha trasmesso gli atti alla magistratura.
Nella giornata di venerdì i lavori alla Ghilana sono comunque andati avanti. Le volontarie che curano i ricci non escludono che sotto le demolizioni possano esserci altri animali.
Intanto sui tre ricci trovati morti verranno eseguiti esami per stabilire l’esatta causa del decesso.
Il 2 maggio è atteso a Faenza il veterinario Massimo Vacchetta, fondatore del Centro Recupero Ricci “La Ninna” a Novello, provincia di Cuneo, il quale ha già annunciato che intende presentare una seconda denuncia ai Carabinieri.
Sempre nella giornata di ieri Vacchetta ha voluto chiarire il termine “colonia” che tanto ha fatto discutere in questi giorni, essendo notoriamente i ricci animali solitari: il termine “colonia” utilizzato per descrivere la presenza dei ricci alla Ghilana, e in altre situazioni simili già monitorate e tutelate (i casi più ecclatanti utilizzati come esempio sono avvenuti a Milano e a Londra), è utilizzato semplicemente per descrivere la presenza di numerosi ricci nel medesimo luogo, anche se con rapporti minimi fra i singoli esemplari. In questi casi quindi “colonia” non viene utilizzato per descrivere particolari abitudini sociali che altri animali, mammiferi o insetti, possono stabilire all’interno del medesimo territorio.
Gli animalisti chiedono che il veterinario possa entrare nel cantiere per eseguire un secondo sopralluogo e verificare la presenza di altri animali. Coabi al momento ha sempre rifiutato di concedere il permesso a nuove ispezioni sul campo. È in corso un dialogo fra le due parti. Nel frattempo, fino al 2 maggio, i lavori sono sospesi.