“L’Amministrazione ravennate è convinta che «i fuochi d’artificio siano un momento di leggerezza e splendore lungo la nostra riviera». Ravenna in Comune è convinta del contrario e che sia abbondantemente tempo di piantarla di finanziare una industria di morte (letteralmente, visto il numero di incidenti mortali nelle fabbriche legali e in quelle clandestine). Un fenomeno che causa sofferenze a categorie deboli come anziani e animali. Una fonte di infortuni quasi senza paragoni: oltre tremila feriti in Italia in 10 anni di botti nella sola notte di Capodanno. Una fonte di rischio incendi in un periodo in cui se ne verificano già abbastanza. E, anche, una causa di inquinamento di enormi dimensioni. Oltre all’inquinamento acustico e, ovviamente, a quello luminoso, ci sono gli involucri in polimeri sintetici, le plastiche insomma, che poi finiscono in mare. E poi i metalli pesanti, gli ossidi di azoto e di zolfo. E le polveri sottili, naturalmente. Con effetti che perdurano. Basta guardare i dati delle centraline di rilevamento più vicine alle fonti di emissione per accorgersene. Dopo le sparate lungo la costa nella notte di Sant’Apollinare, tanto per fare un esempio, la più vicina centralina disponibile, quella del porto, ha registrato valori fuori norma per due giorni di seguito. Lo stesso aveva fatto la centralina di via Zalamella in occasione dei botti autoprodotti da sconsiderati cittadini la notte di San Silvestro, con valori che spiccano e ben più elevati del massimo consentito, pur in un contesto che, differentemente da quello estivo, già presentava le ben note criticità stagionali.

Le richieste all’Amministrazione ravennate fin qui non sono servite a niente: si tratta, come noto, di una delle Amministrazioni più amiche dei botti, nonostante quanto sopra evidenziato. E se le sparate di Sant’Apollinare non trovano nessuna giustificazione di tipo religioso, quelle che sono seguite per San Lorenzo sono ancora più assurde, in quanto impediscono la visione delle cosiddette “stelle cadenti” proprie del periodo. Ed ora tocca a Ferragosto, con una doppia razione di fuochi d’artificio nella serata del 15, preceduta da un’altra doppia dose la vigilia.

Tuttavia non rinunciamo a far appello al buon senso di Sindaco e Assessori. Ravenna in Comune torna a ricordare che vi sono valide alternative per sostituire gli spari. Se non fosse proprio possibile rinunciare all’inquinamento luminoso, vi sono droni luminosi e lasershow. E, comunque, si possono impiegare altri intrattenimenti per turisti e residenti senza scomodare gli spettacoli a base di luci. Tutti privi delle controindicazioni dei fuochi pirotecnici.

Ci risulta presentato un esposto indirizzato alla Procura della Repubblica ed alla Prefettura di Ravenna con richiesta di bloccare l’insensato programma pirotecnico. Ad oggi non pare aver sortito effetto alcuno. Come al solito occorrerà attendere che si sviluppi una situazione che richiede l’ospedalizzazione di qualche vittima per provvedere ex post. Auspicando che tale evenienza non si verifichi, come Ravenna in Comune sollecitiamo nuovamente l’Amministrazione de Pascale a cessare definitivamente una pratica superata dal tempo e fonte di danno senza alcuna giustificazione”.