Oggi scioperano le infermiere e gli infermieri: «le condizioni di lavoro sono diventate inaccettabili: spostamenti continui e improvvisi di reparto, ferie bloccate, nessun affiancamento per i neoassunti, montagne di ore di straordinario non pagato, nessuna quarantena per i contatti stretti, sempre sotto-organico, richiamati continuamente in servizio, i più colpiti dalla pandemia, i primi per i quali è stato deciso l’obbligo della vaccinazione per lavorare. Non abbiamo vita al di fuori del lavoro. E abbiamo gli stipendi tra i più bassi d’Europa».

Nursind, il Sindacato delle Professioni Infermieristiche, ha indetto per queste ragioni una giornata di sciopero di 24 ore, dalle 7 di venerdì alle 7 di sabato. Nel dicembre di un anno fa, dopo un incontro tra questa rappresentanza sindacale e il nostro rappresentante in Consiglio Comunale, presentammo domande in un apposito question time proprio per avere chiarimenti su queste criticità che ci erano state segnalate, richiedendo al Sindaco di porre in essere le «necessarie misure immediate per sopperire alle carenze sopracitate». Avevamo anche chiesto garanzia che le misure intraprese fossero «realmente sufficienti a garantire condizioni di lavoro normali».

Non essendo presente il Sindaco in Consiglio Comunale avevamo ricevuto risposta scritta, o meglio una “non risposta”, essendo un semplice reinoltro della nota del direttore dell’Auslona. Nella nota venivano ripercorse tutte le attività svolte nei mesi precedenti, tutte attività già a noi note fin dalle premesse del nostro question time. L’allora nostro capogruppo, Massimo Manzoli, così traeva le conclusioni:

«Restano quindi due cose evidenti: da un lato la criticità raccontata da chi lavora quotidianamente e che sollecita interventi strutturali urgenti e seri per far fronte all’emergenza; dall’altro lato la nota che non risponde in nessun modo ai nostri quesiti sugli interventi futuri».

La situazione, dunque, non poteva che aggravarsi nel tempo. A livello locale come nazionale. Anche l’Unione dei Sindacati di Base ha indetto l’agitazione del comparto. A livello locale, il Sindaco e il direttore dell’Ausl Romagna non possono autoassolversi dalle responsabilità a cui li avevamo già inchiodati più di un anno fa. Non ci si può nascondere, come fa il Sindaco, dietro una campagna vaccinale che ha già raggiunto il risultato di 175.000 ravennati con la terza dose! In Regione il 92% degli over 12 è completamente vaccinato! Quello che manca è tutto il resto! Ravenna in Comune si dichiara pienamente solidale con le lavoratrici e i lavoratori della sanità e con l’agitazione proclamata.