Con l’ultima ondata di maltempo salgono a oltre 6 miliardi i danni nei campi, tra coltivazioni e infrastrutture, con il 2023 che diventa l’anno nero dell’agricoltura italiana. È quanto emerge dal bilancio Coldiretti sul primo ciclone di autunno tra nubifragi, grandinate e trombe d’aria che hanno colpito a macchia di leopardo nelle città e nelle campagne con tetti scoperchiati, alberi abbattuti, coltivazioni distrutte, serre divelte, allagamenti, frane e smottamenti.

Gravi gli ultimi i danni nelle campagne dove – sottolinea Coldiretti Emilia Romagna – sono in pieno svolgimento le attività stagionali, dalla vendemmia alla raccolta di frutta e ortaggi, mentre sta per iniziare quella delle olive con le colture particolarmente sensibili alle manifestazioni violente che provocano danni irreversibili mandando in fumo un intero anno di lavoro.

Dall’inizio dell’anno la Penisola è stata investita in media da oltre 10 eventi estremi al giorno – afferma Coldiretti Emilia Romagna sulla base delle elaborazioni su dati Eswd (European sever weather database) – che hanno causato il crollo del 10% della produzione di grano, del 60% per le ciliegie e del 63% delle pere mentre il raccolto di miele è sceso del 70% rispetto allo scorso anno, secondo l’analisi Coldiretti e si registrano un calo anche per il pomodoro e per la vendemmia (-12%).

Un’annata nera per l’agricoltura italiana con danni che, tra coltivazioni e infrastrutture, supereranno i 6 miliardi dello scorso anno a causa dei cambiamenti climatici, sottolinea Coldiretti Emilia Romagna. Oltre un miliardo di danni è stato causato soltanto dalla disastrosa alluvione di maggio, che ha invaso i campi con la perdita di almeno 400 milioni di chili di grano (un terzo del grano tenero nazionale) nei terreni allagati.

“L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici, ma è anche il settore più impegnato per contrastarli – spiega Marco Allaria Olivieri, direttore di Coldiretti Emilia Romagna – si tratta di una nuova sfida per le imprese agricole che devono interpretare le novità segnalate dalla climatologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque”.

“Servono – conclude Nicola Bertinelli, Presidente di Coldiretti Emilia Romagna – investimenti anche grazie al Pnrr per la manutenzione, risparmio, recupero e regimazione delle acque, un impegno per la diffusione di sistemi di irrigazione a basso consumo, ma anche ricerca e innovazione per lo sviluppo di coltivazioni resistenti”.