Gli eredi di Bartolo Montanari donano alla diocesi lettere e documenti inediti inerenti don Minzoni

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Lettere alla mamma e alla sorella, appunti per la preparazione dei suoi ragazzi alla Prima comunione e poi l’eco della sua morte, nelle testimonianze di amici, sacerdoti e commilitoni che avevano condiviso con lui le trincee della Prima guerra mondiale.

Questo – e molto altro – contengono i documenti del Fondo Bartolo Montanari –
Lascito monsignor Giovanni Mesini che la famiglia, dirigente della cooperazione di ispirazione cattolica, morto nel 2015 ha deciso di donare alla diocesi, per contribuire alla causa di beatificazione del parroco di Argenta, avviata nel 2023.

Montanari, presidente di Confcooperative Ravenna dal 1961 al 1979, era amico e custode di molti degli scritti di monsignor Giovanni Mesini, che a sua volta è stato padre spirituale, amico e confidente del parroco di Argenta morto in seguito a un agguato fascista nel 1923. Da questi legami tra personalità di spicco della Ravenna del ‘900 emergono nuovi aspetti della figura di don Minzoni, utili alla causa di beatificazione.

“Volevamo che questo materiale fosse per tutti – spiega la figlia di Bartolo
Montanari, Maria Luisa -. Con l’avvio della causa di beatificazione, io e mio fratello
Giovanni abbiamo pensato di mettere a disposizione di tutti le memorie che nostro padre ha raccolto in tanti anni. Per questo abbiamo deciso di donarle alla diocesi. Per la nostra famiglia, don Minzoni è un martire ed un esempio, una persona che diede la vita per amore a Cristo ed alla Chiesa”.

“Si tratta di un lascito davvero importante anche per la Causa di canonizzazione e per la conoscenza di don Giovanni – spiega il vicepostulatore, don Rosino Gabbiadini