“Critichiamo apertamente quanto accaduto sul sito del liceo faentino. In seguito al modernamento del sito Internet del Polo liceale apprendiamo che nella sezione “presentazione della scuola” viene indicata una descrizione classista ed escludente.

Come Giovani democratici riteniamo inaccettabile questo testo che sembra voler incoraggiare le iscrizioni dei ragazzi appartenenti alle classi più abbienti. La spiegazione tramite comunicato da parte del Torricelli-Ballardini parla di un problema tecnico col sito che avrebbe riportato frasi decontestualizzate ma presenti nel PTOF, la “carta di identità” della scuola. Sia che venga scritto nel Piano redatto triennalmente dalla scuola, sia che venga riportato nel sito, in ogni caso non si può ritenere un lato positivo il fatto che il liceo abbia come target di iscrizioni un pubblico costituito “prevalentemente” da persone ricche e in possesso di cittadinanza.

Il liceo, che molti di noi hanno frequentato, a parole ha come valore fondante il confronto tra le diversità e la riflessione verso un mondo più inclusivo. Questa volontà deve abbracciare ogni aspetto della vita liceale e non prestarsi a scivoloni interpretativi che vanno nella direzione opposta.

Apprezziamo l’intervento della Dirigente. Comprendiamo che la gestione tecnica non sia in capo alla direzione scolastica locale, ma è fondamentale che si chieda con fermezza l’eliminazione in tempi brevissimi, se necessario anche disattivando il sito fino a che non sarà ultimato nella maniera corretta.

Ci aspettiamo inoltre che il ministero e la direzione scolastica rivolgano le proprie scuse nei confronti di tutti quegli studenti appartenenti alle minoranze che studiano nei nostri licei e che oggi aprendo il sito della scuola hanno avuto l’ennesima conferma del fatto che in questo paese la diversità è un difetto. Sempre auspicando una promozione della diversità che non sia solo a parole, invitiamo a inserire nel PTOF progetti afferenti l’intersezionalità, in modo che l’inclusione non si respiri solo negli ammodernamenti burocratici ma anche in una programmazione scolastica che espliciti e prenda in carico il vissuto e la storia delle minoranze che compongono il tessuto di questo istituto”