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“Vietare, come ancora accade oggi, ad esempio relativamente al fiume Senio, di legare la realizzazione delle nuove casse di espansione alle attività estrattive di ghiaia e inerti e al loro esaurimento, attuando un diverso approccio che scolleghi definitivamente la realizzazione di queste opere pubbliche da quella delle cave”.

Questa la sollecitazione che Giulia Gibertoni (gruppo Misto) consegna alla giunta in un’interrogazione in cui viene sottolineato come oggi la realizzazione delle nuove casse di espansione sia direttamente correlata alle attività estrattive di ghiaia e inerti nonché ai tempi per la realizzazione delle cave e alla loro durata di esercizio, sottoponendo quindi l’iter realizzativo “a valutazioni puramente economiche e privatistiche da parte degli imprenditori del settore e non all’urgenza determinata da un alto e concreto rischio idrogeologico”.

“Sebbene la Commissione tecnico scientifica, istituita ad hoc, non abbia ancora concluso i propri lavori consegnando le risultanze degli stessi -prosegue Gibertoni- è già evidente, dalle anticipazioni rilasciate dal presidente della stessa alla stampa, una proposta di approccio alle soluzioni, per diminuire il rischio idrogeologico futuro, che vede al primo posto la restituzione di più spazio ai corsi d’acqua del nostro territorio regionale e poi l’utilizzo contemporaneo di più strumenti adattati alle specificità di ciascun bacino e, fra questi, l’utilizzo delle casse di espansione e delle vasche di laminazione”.

Stante la situazione riscontrata, la consigliera critica quanto accade nel fiume Savio, dove la realizzazione delle casse di espansione procede a rilento “senza addirittura alcuna data certa, in quanto dovrebbero nascere come destinazione finale di aree soggette a estrazioni di ghiaia o comunque di inerti, previste dal locale Piano attività estrattive, ancora da là da venire. Questo modus operandi presenta un duplice rischio: realizzare le casse di espansione in un futuro troppo lontano e concedere permessi di scavo non necessari per avere in cambio aree su cui realizzare future casse di espansione con costi più contenuti”.