“Un tam tam mediatico quotidiano che è lo specchio di un paese che, dal punto di vista degli approvvigionamenti energetici e del caro bollette, è in agonia.

All’interno di un quadro politico, anche in questa ultima settimana di campagna elettorale, completamente disarticolato da destra a sinistra, con proposte, da parte dei leader delle coalizioni attorno a Letta e a Meloni, continuamente orientate a dinieghi su quelli che potrebbero essere i soli strumenti capaci di far rialzare il Paese, i Segretari Provinciali ravennati di Azione e Italia Viva, Filippo Govoni e Roberto Fagnani, rilasciano una dichiarazione congiunta sulla strategia energetica nazionale da mettere in campo.

“Il problema del caro energia, causato principalmente dalla “politica dei NO” e della mancanza di una strategia energetica nazionale, ormai è sotto gli occhi di tutti. Dal dibattito tra destra e sinistra emergono contraddizioni che dovrebbero preoccupare gli elettori.

Da una parte Fratelli d’Italia ha il sindaco in prima linea contro il rigassificatore di Piombino e, come partito, si è schierato insieme agli alleati della Lega per il no alle trivelle al referendum del 2016.

La sinistra invece manifesta sia a Ravenna, sia a Piombino contro i rigassificatori e continua a proporre quella che noi definiamo “transizione ideologica”, illudendo che si possa vivere di sole fonti rinnovabili.

Come Terzo Polo (Azione e Italia Viva) siamo stati sempre chiari e lo saremo dalla Valle D’Aosta alla Sicilia.

Per il nostro Paese occorre nel medio-lungo periodo un mix energetico con prevalenza di energie rinnovabili e nucleare. È l’unica reale soluzione che consentirebbe di raggiungere gli obiettivi della Commissione Europea di zero emissioni entro il 2050.

Determinante rimane il ruolo del gas nel breve e medio periodo, non solo per le imprese gasivore, senza il quale chiuderebbero domani mattina, ma anche come elemento di transizione per raggiungere l’obiettivo senza che a pagare siano principalmente i cittadini e il sistema produttivo.

I rigassificatori invece sono determinanti, perché ci consentiranno di avere maggiore indipendenza dal gas russo nel breve termine e garantirebbero una diversificazione strategica nell’approvvigionamento.

Riteniamo che inseguire consenso facile -nel caso dei populisti- e avere un approccio ideologico -nel caso di una certa sinistra- in campo energetico sia inammissibile e da irresponsabili, perché a pagare sono imprese e cittadini.”