“Quando si chiuse il bilancio del Comune di Ravenna per il 2024, ritenni che la storiaccia del nuovo ponte sul fiume Lamone in località Torri di Mezzano, detto “Ponte di Grattacoppa”, fosse finalmente terminata. Era iniziata il 12 febbraio 2020, quanto i lavori furono affidati all’impresa RCB perché terminassero entro un anno, esattamente il 2 marzo 2021. RCB consegnò invece al Comune il ponte rifatto solo 1° agosto 2023, con due anni e mezzo di ritardo, quando però restò sospeso, tra le due parti, l’aspro contenzioso su chi ricadessero le colpe e i maggiori costi.
Il Collegio Consultivo Tecnico, istituito il 17 novembre 2022 per dirimere la questione, ha concluso il suo operato sollevando la RCB dai 524.514 euro di penali che il Comune le aveva addebitato imputandole i ritardi, di cui era invece responsabile esso stesso. Inoltre, ha “condannato” il Comune a versare160.000 euro all’impresa come risarcimento dei danni che le aveva procurato.
Gli anni di ritardo nella consegna dei lavori avevano però comportato aumenti eccezionali dei prezzi per la fornitura dei materiali da costruzione, dei carburanti e dei prodotti energetici, che è stato necessario riconoscere all’impresa entro il 2024. Diedi informazione pubblica del conteggio finale, estratto dal bilancio di quell’anno, con un comunicato stampa intitolato: “DISFATTA DEL PONTE GRATTACOPPA PAGATA SOLO DAI CITTADINI”.
Non era però finita. Si è reso infatti necessario introdurre nel bilancio comunale del 2025 un’ulteriore, sia pure modesta, “rimodulazione del Quadro Tecnico Economico per compensazioni prezzi nell’ambito dell’intervento di lavori di ristrutturazione ed adeguamento sismico ponte sul fiume Lamone”, che è stata adottata formalmente dal Comune di Ravenna il 5 giugno scorso, quando già dal 31 maggio era diventato ufficialmente sindaco Alessandro Barattoni.
Riaggiusto dunque il dato ultimo clamoroso: il costo del nuovo ponte Grattacoppa fissato all’origine, al netto dei ribasso d’asta, in 2.325.090,13 euro (Iva compresa), è diventato alla fine di 4.146.467,14 euro, aumentato così del 78,3%.
Che finisse così, tutto a carico della spesa pubblica, l’avevo sempre previsto, scontrandomi coi dinieghi della giunta de Pascale. Nessuno però risponderà agli interrogativi più pesanti che ho più volte sollevato: perché il progetto è stato sbagliato?; chi lo ha sbagliato, o non se n’è voluto accorgere?; perché l’impresa, per porvi rimedio attraverso una variante al progetto appaltato, ha dovuto aspettare 13 mesi, dopo averla formalmente richiesta, per averla completa come necessario?
Tutti questi fatti sono stati riconosciuti dalla Commissione Tecnica Consultiva. Unica certezza è che il conto l’hanno pagato i cittadini utenti di quel ponte, per i disservizi innumerevoli e le maggiori spese di cui hanno dovuto farsi carico.”


























































