“Oggi pomeriggio, 30 marzo, si riunisce il Consiglio Comunale e la maggioranza di centrosinistra che sostiene de Pascale ha in programma l’approvazione senza tentennamenti la raffica di aumenti delle tasse proposta per la Giunta dall’assessora al Bilancio Molducci. Si tratta di aumenti importanti che porteranno ai livelli massimi consentiti le quote di IRPEF e IMU oltre a tutti gli altri provvedimenti di prelievo fiscale che abbiamo altre volte puntualmente descritti in anticipo sulla formale adozione. Si tratta inoltre di una tassazione che provocherà un ulteriore aumento dell’inflazione ravennate, già ai livelli massimi rispetto alle altre città italiane, con ulteriore ripercussione sull’impoverimento delle famiglie ravennati. Di tutto questo, però, alla Giunta non importa nulla ed è andata avanti assumendo un atteggiamento assurdamente negazionista nonostante l’inflazione registrata a Ravenna dall’Istat il mese scorso fosse ancora ben superiore al 10% (10,3%, come in gennaio del resto, quando era arrivata al 10,8%). La quarta posizione in Italia vuol dire qualcosa? E il terzo posto nella classifica delle città più care stilata dall’Unione Consumatori?

Eppure proprio l’Assessora al bilancio ancora recentemente ha pervicacemente ostentato indifferenza, affermando di non vedere «differenze fra la nostra città e altrove. Al momento in Giunta non abbiamo in previsione particolari approfondimenti su eventuali ragioni specifiche che causino l’inflazione ravennate. Il Comune, come noto, non ha possibilità di intervenire sulle dinamiche che determinano l’inflazione». Invece, sosteniamo noi, il Comune ha ampie possibilità di intervento, sia in positivo che in negativo. La scelta fatta è stata quella di un aumento della pressione fiscale che inevitabilmente si riverbererà sull’inflazione. Questi aumenti sono in approvazione oggi attraverso la serie di delibere presentate dall’Assessora Molducci come da ordine del giorno depositato.

Tutte le opposizioni hanno avanzato controproposte per far quadrare i conti e allo stesso tempo non sospingere altre persone verso l’indigenza. Il centrosinistra, però, preferisce fare spallucce e appaltare il problema alla Caritas Ravenna in Comune, in particolare, ha posto l’accento sugli investimenti che troppo spesso la Giunta concentra su progetti bandiera di discutibile utilità e sicuro costo. E che poi non rispetta quanto a tempi e modi di esecuzione con ulteriore incremento dei costi a ricadere sul bilancio. Abbiamo inoltre invitato ad una revisione della cassaforte Ravenna Holding nella quale il PD ha stivato i più importanti asset pubblici. Inoltre, per il sostegno delle fasce più deboli, Ravenna in Comune ha sollecitato l’attivazione del reddito di cittadinanza comunale, una misura che avevamo disegnato già nel 2016 nel nostro programma politico nelle more che venisse introdotto quello statale. L’eliminazione della misura statale da parte del Governo Meloni richiede un provvedimento di sostegno a livello locale. Il centrosinistra non ha modificato di una virgola l’impianto che aveva già deciso di adottare. Auspichiamo ne paghi le conseguenze a livello del voto popolare alla prima occasione. Per il momento, però, a pagare un prezzo salato sarà la cittadinanza.”