È stata inviata oggi (4 aprile 2023) alla regione Emilia Romagna una petizione per chiedere che la stessa si attivi affinché venga sospesa l’autorizzazione all’installazione del rigassificatore di Ravenna fino a quando non sarà chiarito in modo inequivocabile la questione del nulla-osta rilasciato dal MISE -obbligatorio per legge- subordinato a una condizione che, stando ai promotori, non sarebbe possibile soddisfare.

La condizione -spiega l’ing. Merendi di Ravenna- prevede che “tutte le opere siano realizzate in conformità a quanto contenuto nel Progetto ‘FSRU Ravenna e collegamento alla rete nazionale gasdotti’ n° REL-PROG-E_00001 di luglio 2022“, ma quel documento contiene:

– una procedura di collaudo tecnicamente impossibile da superare in quanto, oltre a non essere conforme alle norme, sarebbe in contrasto con il fenomeno fisico della dilatazione termica dei materiali

– immissione di aria nel flusso del metano, con rischio di esplosione

– una temperatura di immissione del metano nel gasdotto troppo bassa per le tubazioni previste.

Da notare che gli errori erano stati segnalati mediante le previste “osservazioni” e che la stessa SNAM aveva replicato descrivendo la procedura di collaudo corretta, dicendo non sarebbe stata immessa aria ma azoto puro e che l’indicazione della temperatura errata era dovuta a un refuso ma – e questo è il nocciolo della petizione- i documenti (oltre a quello richiamato dal MISE molti altri riportano gli stessi errori) non sono stati corretti, quindi il nulla-osta risulterebbe subordinato alla realizzazione di un progetto che, oltre che pericoloso per rischio di esplosioni e rotture, non potrebbe comunque essere messo in esercizio per l’impossibilità di superare la prova di collaudo.

Alcuni hanno eccepito che sarebbe stato preferibile avanzare richieste più drastiche ma gli organizzatori della petizione fanno notare che per cambiare le politiche energetiche nazionali occorre vincere le elezioni, non basta una petizione.

Per chiarire meglio -continua Merendi- non è in dubbio la capacità di SNAM di realizzare l’opera, il problema consiste nella procedura di approvazione (molto “rapida”, come si è vantato spesso il Commissario Straordinario Bonaccini, forse troppo) che ha permesso a errori concettuali di superare il vaglio dei controlli per poi tradursi, almeno stando al significato letterale, in una condizione che si chiede se ed eventualmente come sarà possibile soddisfare.

Come si vede dall’immagine, la petizione ha raccolto l’adesione di ventuno tra gruppi, comitati, partiti e liste civiche.

“Riteniamo non accettabile” conclude Merendi “che mentre per i normali cittadini le leggi e le regole imposte dalla burocrazia sono spesso applicate in modo rigido anche per cose a volte insignificanti, per queste grandi opere ad elevatissimo Rischio di Incidente Rilevante siano ammessi quelli che riteniamo essere errori concettuali e procedurali macroscopici. Se invece si dimostrerà che la condizione può essere rispettata ne prenderemo atto, ma ci aspettiamo che la dimostrazione sia esauriente sul piano tecnico e giuridico ‘oltre ogni ragionevole dubbio’.”