“In genere non è mia abitudine polemizzare ed anzi, tento sempre di evitare pesanti commenti soprattutto quando sono riferiti a catastrofi come l’alluvione del maggio scorso. Tuttavia alcune considerazioni alla luce di quello che oggettivamente appare anche oggi a ridosso dei fiumi locali è inevitabile non farle. Non si tratta, quindi, di attribuire superficiali responsabilità ad un soggetto piuttosto che ad un altro ma la fotografia che in questi giorni emerge fa molto pensare, e, appunto, richiede una riflessione seria. Per essere molto chiari, percorrendo le strade adiacenti il fiume Ronco come del resto il Lamone e il Montone, balza all’occhio una  situazione molto grave rappresentata da vera e propria selva disordinata di arbusti e piante d’ogni genere compresa una fitta estensione di canne, la cui manutenzione non può non risalire ad oltre un anno fa. Il particolare habitat ricco di umidità  favorisce la crescita della fitta flangia di alte e robuste canne le quali, grazie appunto a queste condizioni ambientali, di conseguenza avrebbero la necessità di essere sottoposte ad una puntuale manutenzione in chiave preventiva.  Queste piante erbacee dal fusto lungo, peraltro,  stanno invadendo gli argini e le superfici vicine per lunghi chilometri di estensione, e, oltretutto, tendono a flettersi fino ad invadere le carreggiate stradali, costituendo così un serio pericolo. Anche l’alveo dei fiumi non è messo certo meglio rispetto agli argini con la proliferazione selvaggia di ogni tipo di arbusto e  corposo materiale galleggiante che naturalmente  rallenta sensibilmente il deflusso dell’acqua.

Come noto, la manutenzione dei fiumi e degli argini è di competenza  degli organi della Regione e nella fattispecie dell’Agenzia per la sicurezza del territorio, il quale, evidentemente come se nulla fosse accaduto, persiste nella carenza di cura per l’ambiente, quasi inconsapevole delle varie situazioni di  pericolo ogni giorno presenti in queste zone. Da alcune fonti si apprende, tra l’altro, che il ‘disboscamento’ delle vaste bordure arboree, una sorta di ‘selva oscura’, di norma viene effettuato una volta l’anno: una manutenzione assolutamente insignificante e insufficiente sotto agli occhi di tutti!

Non si vuole , dunque, liquidare l’argomento alluvione semplificando con soli  motivi di scarsa o inesistente livello di manutenzione del letto e degli argini dei fiumi, tuttavia una riflessione non procrastinabile sarebbe necessaria e doverosa.”