Una giornata di sciopero, il 20 febbraio, con presidio davanti alla sede di ACER Ravenna in viale Farini dalle 10 alle 12, al culmine di una serie di iniziative di mobilitazione che hanno coinvolto le lavoratrici e i lavoratori in assemblee, e una capillare opera di sensibilizzazione dei sindaci dei Comuni della provincia: è quanto hanno messo in campo Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl a sostegno di un rinnovo contrattuale in fase di stallo e della necessità di adeguate politiche a sostegno dell’edilizia residenziale pubblica, che devono avere un ruolo sempre più centrale nell’attuale congiuntura di emergenza abitativa, aggravata da un’inflazione che riduce pesantemente la capacità di spesa dei cittadini e crea nuove sacche di povertà. Un quadro aggravato, nel territorio romagnolo, dalla disastrosa alluvione del maggio scorso, che ha colpito pesantemente il patrimonio dell’Acer e imposto gravosi carichi di lavoro aggiuntivi a un organico ridotto all’osso. Questa mattina (16/2/24) si è svolta l’assemblea di Acer Ravenna, che ha visto la presenza della quasi totalità dei lavoratori e delle lavoratrici.

La trattativa per il rinnovo del Contratto Federcasa 2022-24 ha, infatti, palesato l’indisponibilità della parte datoriale di riconoscere al personale la piena valorizzazione professionale ed economica, con incrementi economici adeguati a tutelare i salari. “Per le organizzazioni sindacali l’obiettivo è far sì che sia garantita alle lavoratrici e ai lavoratori, impegnati quotidianamente a offrire soluzioni abitative idonee alla fascia di popolazione in condizione di fragilità, una risposta alla grave crisi inflattiva che in questi anni ne ha indebolito il potere d’acquisto – spiegano i rappresentanti delle tre sigle sindacali Dradi FP CGIL, Cozza CISL FP e DeMurtas UIL PL. In questa mobilitazione intendiamo coinvolgere le istituzioni e la cittadinanza perché sia riconosciuta la centralità del sistema di edilizia residenziale pubblica in un contesto sociale caratterizzato dalle crescenti difficoltà nell’accesso all’abitare e dall’aumento della povertà. Il rafforzamento delle politiche abitative non può prescindere dal coinvolgimento dei soggetti istituzionali di rappresentanza degli enti coinvolti, chiamati a garantire, innanzitutto, una gestione capace di valorizzare il ruolo del personale occupato nelle aziende che operano a tutela della popolazione più fragile”.