“Abbiamo intitolato questo comunicato “Il parco violato” dallo striscione lasciato appeso dopo un sit-in di protesta. Ma sarebbe andato bene anche “L’inquinamento elettromagnetico nel giardino vicino alla scuola”. Già, perché la vicenda riguarda un cantiere in un parco cittadino per l’installazione di un’altissima antenna (circa 35 metri) per le comunicazioni (5G). E si sta formando un comitato per resistere alla sua realizzazione. Ci sono questioni che riguardano le procedure adottate per la scelta del sito che, appunto, è un parco cittadino nelle vicinanze di abitazioni e scuole. Riguardano sia l’aspetto ambientale che paesaggistico che quello della salute. Il parco, paradossalmente, è intitolato a Maria Montessori, a Ravenna, dietro via Cilla. E il paradosso è che benché l’Amministrazione Comunale, a suo tempo, l’abbia dedicato ad un gigante dell’educazione, per prima dimostra di non apprendere mai nulla.

Quello che infatti continua a sconcertarci, come Ravenna in Comune, è l’incapacità dell’Amministrazione Comunale di imparare dagli errori precedenti. A quanto si scopre soltanto adesso che il bubbone è scoppiato, la domanda per innalzare l’antenna era pendente da tempo e aveva visto pure la contrarietà del Comune in sede giudiziale, solo in relazione all’ammontare del canone, però. E c’era stata anche la contrarietà di ARPAE, risolta dal richiedente con una modifica progettuale. A nessuno dall’Amministrazione de Pascale, però, in tutti questi anni, è mai venuta in mente l’opportunità di una consultazione della cittadinanza coinvolta. Compreso l’assessore oggi competente, quell’Igor Gallonetto esponente dei 5stelle che una volta si contraddistinguevano proprio per pratiche e programmi di consultazione popolare. Roba vecchia e sorpassata dopo essersi accomodati nelle seggioline del potere, forse.

Sia il precedente che l’attuale mandato di de Pascale si connotano per l’assoluto disinteresse verso la cittadinanza e la sua consultazione nelle materie sensibili. Gli esempi non mancano. Basta pensare alla chiusura dell’illuminazione notturna decretata di punto in bianco solo per risparmiare. O al rigassificatore imposto per allinearsi alla posizione del PD in seno al Governo Draghi che aveva designato Bonaccini come commissario. O, ancora, alla scuola che avrebbe dovuto far piazza pulita del parco di via Nizza. O ai ritardi del ponte di Grattacoppa non spiegati per mesi e mesi a chi giornalmente se lo è ritrovato chiuso.

Come già abbiamo detto in altre occasioni di questo tipo, Ravenna in Comune chiede a de Pascale e alla sua Giunta di smetterla di fregarsene delle comunità e di cominciare a scendere dagli scranni di Palazzo Merlato per parlare con la gente. Che è composta di persone con diritti e legittimi interessi. Che, nel caso specifico, hanno scoperto quanto accadeva solo dall’improvvisa apparizione delle reti arancioni del cantiere. Mentre i genitori di chi frequenta la scuola, invece, non lo scopriranno se non a cose fatte, vista l’attuale chiusura estiva dell’istituto scolastico, a meno di non leggere i giornali.

Ravenna in Comune esprime la propria vicinanza alle cittadine e ai cittadini che respingono il ruolo di sudditi ed esprime al contempo la propria indignazione nei confronti dell’Amministrazione Comunale. Già altre volte concludemmo dicendo che speravamo che l’episodio servisse almeno per il futuro. Non ci crediamo più”