E’ confermata  la prevista “passeggiata alla luce del tramonto” , giovedì 15 giugno dalle 20 in poi, in cui tradizionalmente si va alla scoperta di una “Faenza che non t’aspetti”: giardini segreti, angoli misconosciuti, scorci di interesse storico o tipologico.

Si inizierà da un giardino storico di Via Naviglio, non visibile dalla strada perché, come di regola nella vecchia Faenza, esso faceva da cortile e da retro su cui si affacciavano servizi vari (dal pollaio alla legnaia) ed era, certo, un angolo di frescura e di bellezza fine a se stessa, ma anche con piante da orto o da aromi o da piccoli frutti. Il giardino in questione, visibile per la squisita disponibilità dei proprietari, si articola su tre piani, uno terreno (ancora con l’acciottolato originario, probabilmente ottocentesco) e due terrazzi sopraelevati, uno dei quali un tempo occupato da casupole e servizi e oggi invece con una serra-limonaia e vasi con oleandri. Per il resto abbiamo rose antiche (una delle quali, rampicante, molto rara e per questo fatta avere anche alla preziosa collezione della
Scuola di Persolino), un glicine, bignonia a fiori arancioni, gelsomini, un giuggiolo e ovviamente rosmarini, salvie, timo, santoreggia, maggiorana, finocchio e rucola.
Ma aldilà delle varie specie, è l’atmosfera piacevolmente non mondana, ancora con l’aria di una “Faenza com’era” , antica e con qualche angolo insolitamente incolto, a creare quella suggestione storica insostituibile.

Poi ci si sposterà nella vicina Casa-Museo Bendandi per ammirare intanto la vite secolare piantata dallo stesso sismologo e soprattutto per godere del Planetario (in legno dipinto con vernici fluorescenti e dotato di tutte le luci) progettato e costruito in tre anni (inaugurato
nel 1986) da padre Lambertini, amico di Raffaele Bendandi e, per intenderci, autore anche dal famosissimo presepe animato di San Francesco. Oltre all’interesse culturale, la visita ha un forte – ci auguriamo – significato simbolico perché il Planetario si trova nel soffitto dello
scantinato del Museo e ha subito solo limitatissimi danni, prontamente rimediati dalla responsabile Paola Lagorio. La stessa Lagorio illustrerà anche l’ultima novità del Museo, ossia la scoperta di una tenda in lino del primo ’900, appartenuta a Bendandi e fatta decorare alla ditta Pascucci di Gambettola con decorazioni a ruggine tratte dai disegni di
Bendandi per il suo libro sui terremoti e le macchie solari.

Ritrovo ore 15.00 Pro Loco, Voltone Molinella. La quota di partecipazione di € 3 sarà interamente devoluta alla raccolta fondi attivata dalla Pro Loco per sostenere i danni
dell’alluvione (e di cui qui di seguito).