La Young Musicians European Orchestra, considerata la realtà più dinamica e importante tra i complessi giovanili italiani, ha programmato tre Concerti Pasquali che avranno luogo il 23 marzo al Duomo di Siena, il 24 marzo al Teatro Alighieri di Ravenna e il 25 marzo nell’Abbazia di San Mercuriale a Forlì.

In programma la Petite Messe Solennelle di Rossini, un capolavoro scritto originariamente per un curioso organico “minimalista” e orchestrato poi dallo stesso Autore per Orchestra, solisti e grande coro poco prima della sua morte.

Accanto ai giovani talenti della Ymeo, che provengono da tutto il mondo, saranno presenti, sotto la guida del Maestro Paolo Olmi, il Coro della Cattedrale di Siena, diretto da Lorenzo Donati e i 35 coristi del L.C. Choir di Kiev, diretto da Bogdan Plish, con artisti provenienti sia dall’Opera di Kiev che da altre importanti formazioni corali dell’Ucraina.

Il cast vocale è composto dal soprano Irene Celle, dal mezzosoprano Annalisa Stroppa,dal tenore Stefano Colucci e dal basso Massimo dal Checco.

In tutto saranno impegnati oltre 130 artisti.

Per viaggiare con maggiore sicurezza i cantori ucraini raggiungeranno la frontiera con la Polonia singolarmente e proseguiranno poi con un pullman che li porterà in Italia.

Il progetto è nato dalla collaborazione della Orchestra con l’Accademia Chigiana, il Cidim-Comitato Nazionale Italiano Musica, la Diocesi di Siena -Colle val d’Elsa-Montalcino, l’Opera della Metropolitana di Siena, la Cooperativa Emilia Romagna Concerti insieme ai Comuni di Ravenna e di Forlì.

“La Petite Messe Solennelle – dice il Maestro Paolo Olmi – è un brano musicalmente molto enigmatico che comunque segue sostanzialmente l’Ordinario della Messa e quindi termina con l’Agnus Dei.

Al momento della invocazione “Dona a noi la Pace”, una invocazione che generalmente viene considerata dai compositori in un senso positivo, affermativo, fiducioso, la Messa di Rossini assume invece una dimensione triste, patetica, quasi tragica; credo che per coloro che assisteranno ai concerti sarà naturale collegare questa tinta musicale a tutte le situazioni dove abbiamo bisogno di pace, alle guerre scoppiate negli ultimi due anni.

In questo senso il pessimismo di Rossini oggi ci sembra quasi profetico.

In particolare, per i nostri ragazzi il pensiero va certamente alla Ucraina, nazione dalla quale provengono tanti dei nostri strumentisti, ma anche alla Palestina, che abbiamo frequentato tante volte per i concerti di Natale e nella quale forse non potremo tornare più con la nostra musica.

La Ymeo è sempre stata impegnata nella esecuzione e nella diffusione della Musica Sacra: a Ravenna negli ultimi anni abbiamo eseguito lo Stabat Mater di Rossini e quello di Vivaldi, il Requiem di Mozart e lo stabat Mater di Pergolesi.

Oltre che in Italia lo scorso anno abbiamo presentato il Requiem di Mozart a Beirut e a Kinshasa. Nel prossimo mese di maggio parteciperemo al Festival di Musica Sacra di Fez, in Marocco, eseguendo lo Stabat Mater di Pergolesi.

Fare musica vuol dire anche rispetto, civiltà, capacità di ascoltare gli altri, tutti valori che contraddicono chi vuole la guerra.

Con il coro di Ucraino abbiamo preso un impegno: appena la guerra sarà finita – presto o tardi – la nostra orchestra volerà a Kiev ed eseguiremo insieme il Requiem di Verdi, un impegno musicale al quale noi italiani possiamo assolvere meglio di chiunque altro.”