Venerdì 26 agosto 2022, alle ore 20.00, dopo l’anteprima del 19 agosto, avrà luogo
l’inaugurazione della mostra Palazzo Bonvicini di Massa Lombarda: antiche decorazioni
murali. Immagini di Maurizio Callegati a cura del Circolo Fotografico Massese con la
partecipazione di Claudio Buscaroli. Laureato nel 1986 in scienze agrarie, attualmente lavora come ricercatore nel polo dell’innovazione agroalimentare Ri.Nova di Cesena con sede distaccata a Tebano (Faenza) – nuova denominazione del Centro Ricerche Produzioni Vegetali (CRPV) – occupandosi di progetti di ricerca nell’ambito della filiera frutticola relativi alla tecnica colturale, al miglioramento genetico e alla biodiversità. Patrocinata dal Comune di Massa Lombarda e organizzata in occasione dell’undicesima edizione della festa della pesca del buco incavato, la mostra del Circolo Fotografico Massese focalizza l’attenzione sullo storico palazzo Bonvicini e sulle sue decorazioni murali, alcune delle quali hanno precisi riferimenti alla storia economica di Massa lombarda come fiorente paese della frutta.

Le immagini dei dipinti murali di palazzo Bonvicini presenti nella mostra sono state scattate da Maurizio Callegati, in occasione di un servizio fotografico a cura del Giornale di massa nell’aprile 2017. Abbiamo recentemente visitato il palazzo, oggi comunità alloggio Villa Bonvicini, insieme allo scultore e conoscitore d’arte Alberto Mingotti per un suo specifico parere in merito.

I dipinti presenti nei due soffitti, oggi camere da letto degli ospiti della comunità, uno dei quali con l’appariscente lampadario rosso, sono da attribuire a Enrico Zamboni – come scrive Mario Montanari nell’articolo del Giornale di massa che reca il servizio fotografico sopracitato – in quanto riconducibili alle soluzioni stilistiche di gusto storicista diffuse in quel periodo. L’impianto decorativo, infatti, presenta degli elementi desunti dalle decorazioni cinquecentesche tipici dei palazzi della nobiltà di quel tempo. Di attribuzione incerta invece le decorazioni dei sedici pannelli collocati in una stanza, nella parte alta di quattro pareti, area oggi riservata agli operatori della comunità alloggio, ognuno dei quali reca un albero in posizione centrale con frutta (prevalentemente pesche e pere) e fogliame; ogni albero sorregge una pergamena con relativo enunciato, molti dei quali sono famosi proverbi, ma non solo; circa l’origine degli enunciati siamo giunti alla conclusione di essere di fronte ad una complessa ricerca da affidare a profondi conoscitori delle radici e dell’evoluzione, anche popolare, della nostra lingua.

Circa lo stile delle decorazioni, Alberto Mingotti ritiene sia sicuramente ascrivibile all’Art Nouveau, noto in Italia anche come stile floreale o stile Liberty, movimento artistico che si sviluppò tra la fine del 1800 e il primo decennio del 1900. Annotiamo a margine che Adolfo Bonvicini (1854 – 1916), figlio secondogenito del senatore Eugenio il quale ebbe il merito di aver introdotto, per primo in Italia, l’impresa ortofrutticola convertendo alla coltivazione della pesca dieci poderi (sui trenta che possedeva tra Massa Lombarda e Conselice), per una superficie complessiva di circa 300 ettari (Remondini, 1999), abitò palazzo Bonvicini con moglie e figli, come risulta da immagini d’epoca; pertanto è molto probabile una eventuale commissione da parte di Adolfo Bonvicini dell’opera in stile Liberty con piante e frutta, essendo questa in perfetta sintonia con la sua attività di imprenditore agricolo.
La mostra Palazzo Bonvicini di Massa Lombarda: antiche decorazioni murali.

Immagini di Maurizio Callegati a cura del Circolo Fotografico Massese, oltre a rendere nota al più vasto pubblico la natura delle sue decorazioni parietali – la comunità alloggio ospita persone fragili pertanto non è facilmente visitabile – coglie nel contempo l’occasione per rispolverare la storia di palazzo Bonvicini del quale pochissime notizie sono diffuse in rete, offrendo alcuni spunti per eventuali ulteriori ricerche di approfondimento.
La mostra sarà aperta al pubblico presso la sede del circolo (via Aurelio Saffi n. 4) nella serata di venerdì 26 agosto dalle ore 20.00 alle ore 23.00 con inaugurazione alle ore 20.00 alla presenza del ricercatore agronomo Claudio Buscaroli, fra i protagonisti del documentario Storia della frutticoltura a Massa Lombarda di Maurizio Callegati.
Si ringraziano sentitamente per i preziosi suggerimenti e la fattiva collaborazione: Decio Testi, Luigi Loreti e le responsabili di Villa Bonvicini, Mario Montanari e Alberto Mingotti.
Palazzo Bonvicini – Sullo storico palazzo abbiamo reperito preziose informazioni nel volume
Passeggiavano col nastrino rosso. I manoscritti inediti del maestro Luigi Quadri dal 1861 al 1905 a cura di Mario Montanari (Massa antica / 2, supplemento al n. 12 del Giornale di massa, 1986) che a sua volta riporta un articolo del celebre massese Filippo Rangoni.
Nel 1986 palazzo Bonvicini era ancora sede del Pci che operò un «lodevole restauro», come scrisse Emidio Foschini su «La Piè» nel 1970. La storia di questo palazzo è in parte incerta, ma è indubbio che nel 1400 i Visconti fabbricarono il palazzo, che fu abitato da Caterina Sforza, figlia di Galeazzo Maria Sforza (1444) e nipote di Francesco Sforza e Bianca Maria Visconti. Nel 1500 il palazzo, con tutti i fabbricati dell’isolato, andò in possesso dei frati Carmelitani che vi eressero nel 1624 una chiesa dedicata alla Madonna del Carmine, poi ricostruita in stile barocco nel 1640. Nel periodo napoleonico i frati si affrettarono a mettere in vendita tutto il complesso, ma riuscirono a vendere solo il palazzo, il resto con annessa chiesa fu acquistato dal Comune. Dalla documentazione emerge che furono proprietari del palazzo i conti Gnoli-Ricciardi che lo cedettero nel 1830 alla marchesa Valmarana, vedova Todeschi, dalla qua le acquistò il capofamiglia Bonvicini. Tabanelli Adolfo (2011) narra dell’acquisto del palazzo da parte di Gaetano Bonvicini, padre di Eugenio, nel 1840.
L’interessante articolo di Mario Montanari – Un pittore alla corte del principe Torlonia, del senatore Bonvicini e nell’Arena col Passatore (Giornale di massa, aprile 2017) – fa entrare in scena nelle vicende del palazzo il massese Enrico Zamboni (1817 – 1903). Formatosi all’Accademia di Belle Arti di Bologna, Enrico Zamboni scrisse un diario nel 1889 dedicato alla figlia Virginia, mai pubblicato ma concesso in parziale visione al Giornale di massa, nel quale narra la sua vita dall’adolescenza fino alla terza età e, soprattutto, la sua passione per la pittura. Ebbe una vita avventurosa: a Roma fu ammesso fra i pittori del principe Torlonia, il 15 novembre 1841 tentò un viaggio in America insieme alla moglie che aspettava un bambino, ma non partì mai dal porto di Civitavecchia a causa di un disastro marittimo, rimase sei mesi a Civitavecchia per lavorare con un pittore ferrarese alla chiesa parrocchiale di S. Maria, tornò a Roma e qui, nel 1843, subì la perdita del figlio di soli due anni; decise quindi di ritornare a casa, presumibilmente nel mese di novembre del 1844, e fu a Massa Lombarda che nacque il 3 maggio 1845 la figlia Virginia. Con la pace ritrovata in
patria Enrico Zamboni spera, come scrive nel diario, di trovare quel lavoro che desideravo cotanto […] e fu nella circostanza del matrimonio del sig. Eugenio Bonvicini che venni chiamato dal padre per dipingere tutte le camere e sale della sua vasta casa […] A questo primo lavoro eseguito con molta lode e soddisfazione altri lavori ne fecero seguito e così giunsi finalmente a guadagnare molto e ad avere mezzi di agiata e comoda vita. Il matrimonio di Eugenio Bonvicini con Adelaide Fioravanti di Ferrara avvenne nel 1847 (Tabanelli Adolfo, 2011).
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Maurizio Callegati è nato a Massa Lombarda il 19 gennaio del 1960. A vent’anni, terminati gli studi all’Istituto tecnico E. Mattei di Faenza (oggi dedicato a Luigi Bucci) e in partenza per il servizio militare, acquista la prima macchina fotografica reflex. Inizia così il suo percorso di fotografo autodidatta che contempla anche la produzione di audiovisivi, per la quale frequenta alcuni corsi di linguaggio cinematografico dell’Università per adulti del territorio. Nel 1983 inizia la collaborazione con il Giornale di massa, rispondendo ad un annuncio della testata, con la presentazione di un servizio fotografico sulle vetrine dei negozi massesi che stavano chiudendo i battenti; ha inoltre collaborato per qualche anno con una locale attività di fotografia commerciale. Attento alle vicende politiche e alle condizioni della classe operaia, ha inizialmente fotografato manifestazioni sindacali privilegiando sempre la fotografia in bianco e nero. Curioso di tutto, dalla storia locale con i suoi caratteristici personaggi, all’arte e alle diverse discipline della musica e dello spettacolo, tra i suoi filmati si ricorda Brunon piccola storia di un fabbro massese e Ilonka. La staffetta partigiana Ida Camanzi (YouTube, MrCALLEGATI). Sposato dal 1999 con Patrizia Ghirardini, alla quale ha trasmesso la passione per la fotografia, è in pensione dal 2020 dedicando buona parte del tempo alle attività del Circolo Fotografico Massese in qualità di presidente e animatore.