“Il Partito Democratico che sui quotidiani locali strilla che l’integrazione dei rom, non solo è possibile, ma funziona pure, non sta facendo altro che dichiarare falsità. In primis nei confronti di se stesso: Pd e Giunta faentina stanno infatti mentendo sapendo di mentire”. Così i consiglieri comunali della Lega Nord, Gabriele Padovani e Jacopo Berti, buttano benzina sul fuoco della polemica divampata a seguito del proposito del Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, di voler provvedere al censimento dei rom residenti in Italia.
“La cosa sorprendente – attaccano i due esponenti del Carroccio – è che la Giunta non sappia nemmeno quanti siano i rom presenti in città, eppure va millantando sui media che essi siano solo 30. Dai documenti in nostro possesso, infatti, risulta che i rom residenti a Faenza, siano una cinquantina. Un numero che, ovviamente, non include quelle famiglie rom che gravitano attorno alla comunità nomade già insediata nel nostro territorio. Tant’è che non si pecca di esagerazione se diciamo che i rom attualmente stanziati a Faenza siano addirittura un centinaio”.
“Ma il vero problema connesso alla presenza rom è un altro: tralasciando, si fa per dire, il fatto che il Comune abbia “regalato” la residenza alla quasi totalità dei membri della comunità rom, è gravissimo che il municipio medesimo abbia fornito loro la carta d’identità senza nemmeno verificare se fossero o meno in possesso del permesso di soggiorno. Tant’è che in diverse occasioni è stato accertato che alcuni rom avessero ottenuto la carta d’identità nonostante avessero il permesso di soggiorno scaduto” sottolineano i consiglieri comunali.
“Inoltre, la querelle nata dall’idea del Ministro Salvini, non è altro che aria fritta. Il censimento dell’etnia non farebbe altro che aiutare i servizi sociali che, ad oggi, continuano ad essere erogati ai rom. Fra questi, ovviamente quelli inerenti la scolarizzazione dei bambini nomadi: un tasto dolente considerando che l’Italia vanta percentuali terrificati, prossime al 30%, contro il 70% della media europea. Del resto siamo certi che la vera integrazione si faccia a scuola, non regalando soldi a cooperative, che da anni mangiano sulle spalle del disagio altrui. La realtà è che a Faenza il problema della scarsa scolarizzazione dei rom è un dato di fatto: se è vero che i bambini rom vengono iscritti alle scuole, è altrettanto vero che, poi, non frequentano” attaccano Padovani e Berti.
“Il Progetto rom ideato dal comune di Faenza, ad oggi non ha prodotto risultati, ma ha solo generato insofferenza nei faentini. Concedere case popolari, anzi regalarle, a persone che non ne hanno diritto, pagare loro le assicurazioni dei veicoli e avviare progetti “fuffa” non portano e non porteranno mai a un’integrazione compiuta. Anzi. Mentre il Comune riceve soldi dalla Regione per la dismissione del campo di Via Corleto, lo stesso è ancora attivo e frequentato. Il Comune sta raccontando solo un sacco di bugie a spese dei contribuenti. Da anni sosteniamo che sia ora di finirla con questo buonismo di facciata che non porta ad alcun risultato ma comporta solo una spesa inutile di fondi. Sia chiaro, una volta per tutte che Faenza non è il Bengodi e il Comune deve smetterla con le regalie a vantaggio di coloro che non pensano minimamente a integrarsi. Vien da sé il nostro appoggio incondizionato, sulla tematica rom, al Ministro dell’Interno Matteo Salvini: occorre fissare delle regole chiare, valide per tutti e soprattutto farle rispettare. L’alternativa la conosciamo già: lo scempio di denaro pubblico cui assistiamo quotidianamente” concludono Padovani e Berti.