Cinque giorni di incontri, spettacoli e concerti; per compagni di viaggio studiosi, artisti, giornalisti, attori, musicisti; per guida, naturalmente, Dante. Torna a Ravenna, dall’11 al 15 settembre, nei luoghi storici e simbolici della “città di Dante”, il festival interamente dedicato al padre della lingua italiana. Promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna con la direzione scientifica dell’Accademia della Crusca, Dante2021 giunge quest’anno alla IX edizione: un percorso che si inaugura alle 17 di mercoledì 11 settembre, negli Antichi Chiostri Francescani, e che quest’anno ha scelto per motto «a la futura gente» (Paradiso XXXIII, v. 72), verso luminosissimo e pieno di speranza con cui il Poeta, al cospetto del mistero divino, prega che gli sia fatto dono di un linguaggio «tanto possente» da raggiungere tutta l’umanità che verrà dopo. Dante ci chiama quindi a essere suoi interlocutori e il festival risponde all’appello appuntamento dopo appuntamento – fino al 15 settembre e sempre a ingresso libero – con ospiti quali: Claudio Ciociola, Claudia Villa, Claudio Marazzini, Giuseppe Rogantini Picco, Virginio Gazzolo, Alessandro Pancheri, Riccardo Vaglini, Riccardo Dapelo, Gianluigi Tosto, Enzo Moavero Milanesi, Antonio Patuelli, Michele Brambilla, Paolo Di Stefano, Carlo Ossola, Marcello Ciccuto, René De Ceccatty, José María Micó, Harro Stammerjohann, Nouri Al Jarrah, Wafaa El Beih, Francesco Sabatini, Piero Boitani, Ida De Michelis, Claudio Magris, Nicoletta Maraschio, Massimo Prada, Gian Luigi Beccaria e Simone Cristicchi (che riceveranno rispettivamente i premi Dante-Ravenna e Musica e parole).

Fedele alla propria vocazione di festival “in movimento”, Dante2021 offre da un lato il senso dell’esperienza storica dantesca attraverso spunti della ricerca più avanzata e fa risuonare la voce – linguistica, letteraria, civile – del Poeta; dall’altro propone quanto le sue opere stimolano in noi, accompagnando il nostro desiderio di futuro. Un impegno che – dopo l’anteprima in forma di Dante Hors d’Oeuvre D.H.O., piccole letture dantesche – si conferma nella consapevolezza che il motto di quest’edizione è “un grande momento di consapevolezza – spiega Domenico De Martino, direttore artistico del Festival – e assunzione di responsabilità verso il futuro e verso chi, umano come noi, verrà dopo di noi; quindi anche di umiltà. Al tempo stesso la terzina restituisce il senso della tensione con cui Dante si rivolge oggi a noi, e verrebbe da dire: proprio a noi».

Alle ore 17
, agli Antichi Chiostri Francescani, la IX edizione si apre con i saluti di Ernesto Giuseppe Alfieri (presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna), Claudio Marazzini (presidente dell’Accademia della Crusca), Domenico De Martino (direttore artistico di Dante2021).

A seguire
 l’assegnazione del premio “Giovanni Nencioni”, riconoscimento intitolato alla memoria dell’illustre linguista e lessicologo, fra i maggiori storici della nostra lingua, che fu presidente dell’Accademia della Crusca per quasi un trentennio dal 1972 al 2000. L’Accademia, grazie al sostegno dell’Associazione Amici dell’Accademia della Crusca, ha destinato il premio, quest’anno alla VII edizione, alle tesi di dottorato – conseguite presso un’università straniera e su un tema di linguistica italiana – a giovani studiosi under 35. Per la premiazione a Ravenna si unirà a Claudio Marazzini il presidente dell’Associazione Amici Giuseppe Rogantini Picco.

Segue
 una riflessione che parte… dall’inizio, cioè da Il titolo della Commedia (Dante e noi), con due docenti della Scuola Normale Superiore di Pisa, Claudio Ciociola (vi ha insegnato a lungo Filologia italiana) e Claudia Villa (Filologia medievale umanistica). Nei due studiosi si salda l’insegnamento di alcuni dei maggiori maestri del Novecento: Alfredo Stussi e Gianfranco Contini per Ciociola e d’Arco Silvio Avalle e Giuseppe Billanovich per la Villa. Uniti dal comune interesse per la tradizione dell’opera dantesca e per la letteratura delle origini, Ciociola e Villa si interrogano sulle definizioni, apparentemente contraddittorie, che Dante dà della propria opera – comedìa (nell’Inferno) e poema sacro (nel Paradiso) – e sul loro significato nella cultura classica e medievale. Nel fondare la nuova letteratura volgare, Dante rigenera questi termini in un poema che – ora nello stile sublime e ora con parole comuni – parla di noi: delle nostre incertezze, della profondità e crudeltà bestiale di cui, nella nostra umanità, siamo capaci, della nostra sete di giustizia.

Alle 21
, invece, il primo degli appuntamenti dedicati alla ricezione dell’opera di Dante e all’immagine che ne costruirono le generazioni anche immediatamente successive, primi passi di una tradizione e venerazione che arriva fino ai giorni nostri. Ai Chiostri Virginio Gazzolo – che ha ricevuto il premio Dante-Ravenna nel 2013 – è autore e interprete dello spettacolo «Questi fu quel Dante». La vita del Poeta raccontata da Giovanni Boccaccio. Moltissime delle informazioni sulla vita di Dante le dobbiamo a Boccaccio, grande ammiratore del predecessore (Dante era morto quando Boccaccio aveva 8 anni). Ad esempio, è da Boccaccio che sappiamo il nome e cognome di Beatrice e conosciamo i dettagli della vicenda di Paolo e Francesca (quanto romanzati, però, dall’autore del Decameron?). Il suo Trattatello in laude di Dante è una biografia che ne delinea anche la figura poetica e morale, studi e costumi, ma non è priva di critiche verso il Poeta (superbo e cedevole alla lussuria). La narrazione appassionata, vera lettura d’autore, racconta indirettamente anche del controverso rapporto di Boccaccio col maestro inarrivabile. Gazzolo porta sul palcoscenico il Trattatello: lentamente, ma a ritmo serrato, col battito del cuore di una grande passione, la poesia invade il palcoscenico e Boccaccio si dissolve al servizio di Dante, unico vero grande protagonista. Un’ora esaltante: un’altissima prova d’attore.

La manifestazione, posta sotto l’Alto patronato del Presidente della Repubblica, con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna e del Comune di Ravenna, è resa possibile dalla rete di collaborazioni con altri protagonisti cittadini: l’Istituzione Biblioteca Classense, il Centro Dantesco dei Frati Minori Conventuali, Casa Matha-Schola Piscatorum, il Museo Nazionale di Ravenna, il Caffè Letterario.