“La tassa sui rifiuti pesa troppo sulle spalle delle imprese del territorio ed in particolare sui pubblici esercizi e sulle attività turistiche.

Questo è quanto emerge dalla ricerca e dalla raccolta dei dati ufficiali analizzati dal centro studi di Confesercenti nelle provincie di Ravenna e Cesena.

I risultati di questo lavoro di confronto sono stati presentati in 7 comuni,  il 5 aprile si è tenuto il confronto con l’amministrazione comunale di Lugo.

Erano presenti all’incontro, oltre al Sindaco di Lugo Davide Ranalli e agli assessori Luciano Tarozzi con delega alle attività produttive e sviluppo economico, Maria Pia Galletti deleghe verde mobilità e ambiente, il Presidente di zona Bruno Checcoli e i membri della Presidenza di zona e della Direzione Provinciale.

In attesa dell’introduzione della “tariffa puntuale”(che misurerà il rifiuto conferito) questa tassa è ritenuta, dai nostri operatori, ingiusta, iniqua e sta creando insoddisfazione e irritazione tra le imprese.

Siamo consapevoli – sottolinea il presidente Bruno Checcoli – che il nostro territorio stia ottenendo buoni risultati di raccolta e che il rifiuto sia una importante risorsa, ma siamo altrettanto convinti che il beneficio ottenuto da questi risultati debba essere diviso anche tra famiglie e imprese.

I dati in aumento confermano che la raccolta differenziata e il recupero dei rifiuti al 72% sono un buon risultato (sopra la media nazionale) ma non ha prodotto riduzione di costi.

Dalla rilevazione effettuata, si ricava che annualmente un ristorante di mq 250 di superficie, paga un minimo di € 2.500 a Savignano, € 4.379 a Ravenna, oltre € 5.000 a Lugo, € 4.600 a Faenza; con disparità a pochi chilometri di distanza.

Il costo della Tari è diventato in questi anni esoso e sproporzionato rispetto alla quantità di rifiuto prodotto.

Il metodo di calcolo del costo a carico delle imprese non tiene conto dell’evoluzione del sistema di smaltimento dei rifiuti prodotti.

Le imprese producono rifiuti pregiati e l’adeguamento ai nuovi modelli organizzativi non generano i benefici economici sperati. Ecco perché Confesercenti chiede che nei prossimi anni si arrivi ad una riduzione del 20% della tariffa.”