Venerdì mattina Confcooperative Ravenna-Rimini è stata protagonista di alcune importanti decisioni prese dal Consiglio di Confcooperative Emilia-Romagna. Oltre infatti all’ingresso di Luca Bracci, attuale presidente di Confcooperative Ravenna-Rimini, nella rosa dei vicepresidenti dell’ente regionale, il consiglio ha approvato lo statuto di Confcooperative Romagna, l’Unione territoriale che unirà le province di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini in un unico organo di rappresentanza.
Il percorso di unificazione delle Unioni territoriali di Ravenna-Rimini e Forlì-Cesena, ultima tappa di un percorso avviato alcuni anni fa e deliberato dalle due assemblee poco prima del lockdown, si concluderà entro la fine dell’anno: «Siamo soddisfatti e orgogliosi di questo importante passaggio – ha sottolineato il presidente di Confcooperative Emilia-Romagna Francesco Milza – che non comporta l’unione di due debolezze, bensì di due grandi Associazioni territoriali, forti e solide, con oltre 70 anni di storia, pronte ad affrontare insieme le sfide del futuro stando ancora più vicine alle cooperative e ai territori di riferimento, con una struttura più efficiente e rappresentativa, ancora più capace di rispondere ai bisogni della comunità romagnola».
Insieme a Bracci, all’insediamento del consiglio regionale che si è svolto a Bologna (con un numero limitato di consiglieri presenti e altri in video-collegamento per rispettare le norme anti-Covid), sono stati eletti vicepresidenti di Confcooperative Emilia-Romagna anche Anna Piacentini (presidente Commissione Dirigenti Cooperatrici Emilia-Romagna) e Daniele Ravaglie (presidente Confcooperative Bologna). Nella stessa occasione è stato poi eletto il nuovo consiglio di presidenza che si occupa della gestione e amministrazione dell’Organizzazione che riunisce 1.580 imprese cooperative con 228.000 soci, 86.000 addetti e un fatturato complessivo di 14,2 miliardi di euro.
Tre le priorità messe in evidenza da Milza durante il consiglio: «Siamo chiamati a promuovere con le nostre cooperative uno sviluppo sostenibile armonizzando alcuni elementi fondamentali: crescita economica, inclusione sociale e tutela dell’ambiente. Occorre inoltre mmettere al centro delle nostre agende la questione demografica che proietta la regione in uno scenario preoccupante di progressivo invecchiamento, una situazione che noi cooperatori costruttori di bene comune non possiamo assolutamente ignorare. Infine, l’esperienza del lockdown ci ha catapultati in maniera brusca in un modo digitalizzato che richiede la garanzia dei diritti di connessione tecnologica a tutti, partendo dai territori più isolati».
I lavori si sono conclusi con l’intervento del presidente nazionale di Confcooperative, Maurizio Gardini.