Nel 2023 l’Emilia-Romagna sta accogliendo l’11% del totale degli immigrati che arrivano in Italia: con oltre 12.000 persone accolte, l’Emilia-Romagna è la regione italiana che accoglie più immigrati rispetto al numero di abitanti e la seconda in numero assoluto dopo la Lombardia che, però, ha oltre il doppio degli abitanti (4,2 milioni di emiliano-romagnoli rispetto ai 10 milioni dei lombardi). Il 2023 ha fatto registrate, a livello nazionale, il boom di arrivi via mare: 116.000 contro i 64.000 dello spesso periodo del 2022, con un aumento di oltre l’80% in dodici mesi.

E’ quanto emerge dalla comunicazione fatta oggi dall’assessore al Welfare Igor Taruffi nel corso della commissione Politiche per la salute presieduta da Ottavia Soncini.

“Servono politiche nazionale strutturali e non basate solo sull’emergenza, stiamo tornando ai punti massimi di arrivi via mare registrati nel 2013, 2015, 2017, ovvero gli anni con i maggiori sbarchi. Il tema che sta preoccupando di più i Comuni riguarda l’accoglienza dei minori non accompagnati, molti dei quali sono ucraini”, spiega Taruffi che rilancia le preoccupazioni dei sindaci per la scarsità di risorse e di sostegno per garantire un’efficace gestione dell’accoglienza dei minori soli non accompagnati. “Come avvenuto a Parma, c’è poi il rischio che i bandi per l’accoglienza vadano deserti perché le basi d’asta sono così basse che nessuno reputa conveniente partecipare”, sottolinea Taruffi che ricorda come “abbiamo chiesto al governo una più equa ripartizione dell’immigrazione sul territorio nazionale: per noi accoglienza e solidarietà sono valori non negoziabili, ma ci pare molto strano che l’Emilia-Romagna accolga un così alto numero di persone a fronte di regioni a noi vicine e a noi simili che accolgono molto meno”. Poi ancora: “Nel 2017 Lega e Fdi erano in piazza a parlare di invasione di immigrati, ora con gli stessi numeri Fdi e Lega dicono che va tutto bene: decidetevi, mettetevi d’accordo con voi stessi….”.

Le parole dell’assessore Taruffi hanno suscitato un confronto tra le forze politiche.

“Questa sarebbe la grande occasione per iniziare una discussione vera e efficace sul tema immigrazione da fare con la postura che ci compete”, spiega Valentina Castaldini (Fi) che ricorda come “bisogna cambiare il modello della accoglienza, non bastano più gli appelli all’accoglienza diffusa: l’accoglienza in Emilia-Romagna deve passare da una programmazione sistematica a forme di programmazione di zona con percorsi di accreditamento definitivo per chi fa accoglienza”.

“Se ci sono questi numeri è perché in passato, come dimostrano i numeri del 2013-2015-2017, chi allora governava non ha fatto nulla di strutturale per affrontare il tema immigrazione: ora il governo sta facendo molto, ma è bene che ognuno, a partire dalla Regione, faccia la propria parte”, spiega Luca Cuoghi (Fdi), mentre Daniele Marchetti (Lega) sottolinea come “è paradossale sentire parlare di necessità di governare l’immigrazione da parte di chi, come il centrosinistra, fino a ieri parlava di porte aperte: come dirigente politico non ho problemi a dire che i numeri dell’immigrazione non sono soddisfacenti, ma questo governo sta mettendo a posto i danni del modello di accoglienza del centrosinistra. Non servono le parternali e le richieste di soluzioni di basso profilo come “spostate gli stranieri altrove” che non risolvono nulla. Con Matteo Salvini ministro dell’Interno abbiamo dimostrato di saper bloccare l’immigrazione clandestina”.

Dal canto suo Marta Evangelisti (Fdi) ricorda come “il governo non ha sconfessato nessun programma elettorale e non ha tradito gli elettori e i numeri del gradimento raccolto da Fratelli d’Italia nei sondaggi, sempre oltre il 30%, dimostra come gli italiani ci apprezzino. Il realizzare a Bologna una struttura per la gestione dell’immigrazione non è una richiesta di Fdi, ma di tutte le forze di maggioranza e delle Prefetture. Il governo vuole collaborare con i territori”.

Netta la replica di Federico Alessandro Amico (ER Coraggiosa): “Da parte del governo serve un nuovo modello distributivo perché serve affrontare seriamente questo tema, non si può essere sempre in emergenza e dire ai Prefetti di scaricare sui Comuni l’accoglienza, specie dei minori soli non accompagnati. Non è accettabile che si taglino le risorse per l’accoglienza e si pensi che con grandi hub si risolvono i problemi quando sappiamo che i grandi hub creano solo tensioni. Il governo deve fare politiche di programmazione di sostegno economico all’accoglienza”. Amico ha ricordato come “l’Emilia-Romagna ha fatto quattro proposte per risolvere i problemi. Serve il superamento della Bossi-Fini”.

“Siamo per una soluzione strutturale al tema immigrazione, bisogna cambiare gli accordi di Dublino sottoscritti dal governo Berlusconi con Maroni ministro dell’Interno che impediscono un’equa distribuzione dei migranti visto che prevedono che ad accogliere sia il Paese di primo arrivo”, spiega Andrea Costa (Pd) che ribadisce il diritto a emigrare per chi vive in condizioni di indigenza o povertà o in contesti di guerra. “I numeri sconfessano l’idea che si possa arrestare questo flusso di persone, quindi vedo con piacere che nel centrodestra c’è chi come Castaldini e Forza Italia invita a ragionare sull’accoglienza, le parole di Castaldini stridono con le parole del resto della maggioranza di governo nazionale costituita da Fdi e Lega. Dobbiamo passare dalla sola accoglienza all’integrazione e prendo atto che anche a destra c’è chi ha sdoganato la parola integrazione”.

Per Francesca Maletti (Pd) “l’immigrazione è un tema complesso: sento che la destra dice di distinguere tra immigrati legali e quelli clandestini. Spiegatemi perché gli ucraini che scappano da una guerra sono stati considerati immigrati legali e invece chi scappa da una guerra in Africa lo considerate clandestino….”.

“Sono passati tanti anni, ma di cose ne sono cambiate poche: da sindaco di Monzuno mi sono occupato di questi temi e oggi sento i discorsi di quasi dieci anni fa”, spiega Marco Mastacchi (Rete civica) che ricorda come “venivamo convocati in fretta, sarebbe il caso che ognuno facesse la propria parte e il proprio dovere per risolvere i problemi”.