Ottime le performance di Hera sul territorio ravennate: attraverso 38 interventi di efficientamento, infatti, la multiutility ha conseguito un risparmio annuo complessivo di oltre 10.500 tonnellate di petrolio equivalenti, evitando l’emissione di circa 20.700 tonnellate di CO2. Tra le azioni più significative si ricordano il potenziamento dell’impianto per la produzione di energia elettrica da biogas situato nella Discarica di Ravenna, un intervento che da solo ha consentito il risparmio di 1.754 tonnellate di petrolio equivalenti, ma anche l’installazione di un sistema a bolle fini presso il Depuratore di Lugo (88 tep).
Anche a livello di Gruppo, del resto, Hera continua a lavorare a tutto campo per abbattere ulteriormente le emissioni di gas serra, in linea con l’obiettivo europeo di riduzione del 40% al 2030.
Davvero tanti i risultati raggiunti dall’azienda, a partire dalla riduzione dell’intensità di carbonio nella produzione di energia elettrica, scesa del 16% rispetto al 2015. Cresce inoltre la produzione di energia da fonti rinnovabili, che raggiunge il 30,4%, mentre oltre 5 mila tonnellate di petrolio equivalente sono state risparmiate grazie a interventi di efficientamento condotti presso condomini, grandi clienti industriali e soggetti pubblici.
Nel settore dell’illuminazione pubblica, il Gruppo – che gestisce 530 mila punti luce in oltre 170 comuni – è impegnato in numerosi progetti per la riqualificazione energetica e la messa in sicurezza degli impianti, con il 62% dei semafori già provvisti di lanterne a led e il 51% dei punti luce con ottimizzazione dei consumi. Nel solo 2018, in particolare, è stato possibile risparmiare oltre 1.600 tonnellate equivalenti di petrolio, pari al 5% dei consumi annui.
Hera concorre poi per il 6% all’obiettivo nazionale sui certificati bianchi, che rappresentano il più efficiente strumento di promozione dell’efficienza energetica e contribuiscono a circa il 40% degli obiettivi nazionali di risparmio energetico.
A questo si aggiunge l’impegno del Gruppo per la riduzione dei propri consumi, già diminuiti del 4,4% con l’obiettivo di raggiungere il 6% entro il 2022. I progetti di efficientamento delle sedi aziendali, in questo senso, hanno permesso di abbassare del 2,6% il rapporto fra energia primaria consumata e superficie delle sedi stesse. Importanti, inoltre, i risultati ottenuti nel settore idrico: nell’ambito della potabilizzazione, ad esempio, il rapporto fra energia primaria e acqua immessa in rete è sceso dell’1,6%, mentre nel comparto della depurazione, il rapporto fra energia primaria e volumi depurati è diminuito del 3,8%. Non è un caso, quindi, se otto società del Gruppo sono già certificate ISO 50001.
L’urgenza di questo impegno, che coinvolge in maniera diretta tutte le aree di business del Gruppo, è del resto confermata dalle cronache degli effetti dei cambiamenti climatici, sempre più intensi, frequenti e dirompenti. In assenza di azioni migliorative, infatti, secondo l’IPCC (Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite) entro la fine del secolo la temperatura media globale rischia di aumentare di 4°C. Per evitare l’impatto potenzialmente catastrofico che questo potrebbe comportare, l’innalzamento delle temperature dovrà essere mantenuto al di sotto del limite di 1,5°C, ma un tale obiettivo potrà essere raggiunto solo se la sfida dell’efficienza energetica, centrale nella strategia di Hera, diventerà la sfida di tutti.
“La situazione nella quale si trova il Pianeta non ammette soste sulla strada del cambiamento”. – spiega l’Amministratore Delegato del Gruppo Hera Stefano Venier – “Per questo motivo Hera, attraverso specifici piani di miglioramento energetico, intende proseguire il percorso intrapreso, continuando a misurare i risultati per traguardare obiettivi sempre più sfidanti, che ci aiutino a risparmiare e far risparmiare energia, tutelando l’ambiente e chi lo abiterà dopo di noi, in una logica tesa al coinvolgimento di cittadini, aziende e istituzioni”. “Certamente” – conclude Venier – “auspichiamo che vengano mantenuti fondamentali strumenti di incentivo quali i certificati bianchi, che hanno dimostrato di contribuire al raggiungimento di target importanti favorendo investimenti, partnership e innovazione, nell’interesse di tutte le parti in gioco e in coerenza con l’obiettivo di riduzione dei consumi fissato al 2030 dalla Strategia Energetica Nazionale”.