19/05/2018 – Una coppia di ladri provenienti dal bolognese, molto abili nel prendere di mira gli anziani, sono stati smascherati dai Carabinieri al termine di un’indagine partita da un furto nell’abitazione di una “nonnina” residente nel borgo Urbecco. I due che si erano spacciati per incaricati dell’ufficio postale, erano riusciti a conquistare l’attenzione dell’anziana con la scusa di dover consegnare degli arretrati della pensione, poi l’avevano alleggerita di 15mila euro di oggetti d’oro. Uno dei truffatori, a gennaio, era già stato “pizzicato” in città sempre dai militari dell’arma, che lo avevano arrestato, insieme ad altri due complici, per un altro tentativo di furto ai danni di un anziano.
La vicenda risale al 18 dicembre dell’anno scorso, quando i due esperti truffatori, si erano presentati alla porta di una 83enne di Faenza spacciandosi per dipendenti dell’ufficiale postale di borgo Urbecco dove la donna riscuote la pensione. la più giovane dei due, poi risultata essere la 21enne Alisea Prestano, molto nota alle forze dell’ordine, con modi particolarmente gentili aveva spiegato all’anziana che avrebbe dovuto ricevere dall’ufficio postale una somma considerevole quali arretrati della pensione, per questo aveva chiesto di compilare alcuni moduli. la giovane, dimostrandosi molto premurosa, aveva poi segnalato la presenza di pericolosi truffatori che prendevano di mira gli anziani per derubarli. Per non incappare nei raggiri, la falsa impiegata aveva consigliato di approfittare di una promozione speciale delle poste che prevedeva una copertura assicurativa contro i furti, che dopo la sottoscrizione avrebbe poi dato diritto a ricevere in omaggio una cassaforte per custodire i soldi della pensione e gli oggetti preziosi che aveva in casa.
L’anziana alla fine si era fatta convincere e seguendo le istruzioni della ragazza aveva recuperato da un nascondiglio un cofanetto con all’interno tutti i gioielli di famiglia, per consentire alla falsa impiegata delle poste, di fare un inventario e poi stimarne il valore. a quel punto, con tutti i gioielli in bella vista sul tavolo, l’abile truffatrice aveva accampato la scusa di dover recuperare dall’auto la cassetta di sicurezza. prima di uscire, però, con la sua parlantina aveva “imbambolato” la povera “nonnina” e, senza farsene accorgere, aveva preso il contenitore con i preziosi e lo aveva portato via, dileguandosi a bordo di una Mercedes classe A” dove ad attenderla c’era il suo complice, poi identificato per essere il 32enne Alain Suffer.
Alla fuga dei due malviventi avevano assistito sia l’anziana vittima del furto sia una vicina di casa, entrambe affacciate alla finestra, che per fortuna erano riuscite ad annotare alcuni numeri della targa di quell’auto. A quel punto la donna non ha potuto fare altro che denunciare il furto dei gioielli, del valore di circa 15mila euro, ai carabinieri della stazione di faenza borgo Urbecco, che hanno iniziato le indagini.
Dopo aver ricostruito la targa esatta della Mercedes in uso ai due ladri, i militari dell’Arma hanno appurato che era intestata alla moglie di un giostraio bolognese che risultava al terminale con una sfilza di reati praticamente identici a quello commesso a Faenza. Il passaggio successivo è stato l’acquisizione dei filmati dell’auto ripresa dalle telecamere della videosorveglianza comunale e soprattutto l’inserimento di un “Alert” nell’archivio dei “lettori targhe” del faentino, così da poter ricevere un allarme in centrale operativa qualora l’auto fosse stata ripresa nuovamente in città.
Quella “mossa” investigativa dei Carabinieri è stata la chiave di svolta dell’indagine, infatti qualche settimana dopo, Alain Suffer insieme ad altre due donne erano tornati a Faenza con la stessa Mercedes utilizzata per il furto alla 83enne. I Carabinieri, però, ricevuto in tempo reale l’allarme per il passaggio di quell’auto dai lettori targhe, erano riusciti ad arrestare l’intera banda che, poco prima, aveva tentato di raggirare con la solita “tecnica” un anziano, senza riuscirci grazie al provvidenziale intervento del figlio che li aveva messi in fuga.
Dopo la convalida dell’arresto, i tre avevano potuto beneficiare di misure alternative al carcere ma nel frattempo i carabinieri, coordinati dal Pubblico Ministero Antonio Bartolozzi, hanno continuato a lavorare sul furto dei gioielli rubati alla nonnina qualche settimana prima, ricostruendo tutte le parentele e le frequentazioni dei personaggi arrestati per risalire alla “batteria” di ladri che aveva colpito la volta precedente. Alla fine, mostrate le fotografie alla 83enne del borgo, aveva riconosciuto sia la 21enne, Alisea Prestano, sia Alain Suffer per i due falsi dipendenti dell’ufficio postale che l’avevano derubata il 18 dicembre. per entrambi i Carabinieri hanno poi chiesto un provvedimento cautelare al Pubblico Ministero, che a sua volta ha prodotto l’esito dell’indagine al gip Janos Barlotti, del tribunale di Ravenna.
Il giudice, esaminati gli atti, nei giorni scorsi ha dato ordine ai Carabinieri di Faenza di tradurre in carcere Alain Suffer, sottolineando nel provvedimento di carcerazione la “sua spiccata personalità criminale”. L’uomo è stato rintracciato e arrestato presso un campo nomadi a Granarolo Emilia (BO). Per la 21enne Alisea Prestano, invece, è stato disposto l’obbligo di dimora nel comune di Budrio (BO), dove la ragazza ha la residenza. Inoltre, è stato disposto il sequestro della Mercedes da loro utilizzata per commettere il reato.
“Anche quest’ultima indagine – sottolinea il Capitano Marella, comandante della compagnia dei Carabinieri di Faenza – dimostra quanto i truffatori, pur inventando sempre fantasiosi stratagemmi, seguano il solito copione: introdursi in casa per rubare. spesso si presentano come persone distinte, eleganti e particolarmente gentili e fingono di essere funzionari delle poste; altre volte raccontano di far parte di enti di beneficenza, dell’Inps o addetti delle compagnie di luce, acqua e gas. altre volte ancora si spacciano come ufficiali delle forze dell’ordine. il consiglio dell’arma, soprattutto per gli anziani, è di non fidarsi delle apparenze, non sempre l’abito fa il monaco. L’unica difesa è di non aprire mai la porta agli sconosciuti ne’ tantomeno farli entrare in casa, soprattutto se si è da soli. anche il ruolo dei familiari delle persone avanti con l’età é importantissimo. a loro consigliamo di non lasciare soli gli anziani e di farsi sentire più volte al giorno; interessarsi ai loro problemi quotidiani e ricordare loro di evitare di fermarsi a parlare con sconosciuti e comunque di contattare per ogni evenienza il 112 oltre che chiedere aiuto anche ai vicini di casa. Se nel vostro palazzo abitano anziani, scambiare quattro chiacchiere con loro li farà sentire meno soli e li renderà più sicuri. così facendo, il vicino di casa diventerà una efficace “sentinella” che potrà segnalare al 112 qualsiasi circostanza anomala o sospetta che coinvolga gli anziani della porta accanto”