“L’Autorità di Sistema Portuale di Ravenna ha in corso di valutazione due progetti, accorpati in uno, per realizzare opere di servizio all’attuale terminal crocieristico di Porto Corsini, destinate ad occupare interamente lo spazio di avamporto esistente tra il mare e il paese. 65.000 metri quadrato serviranno per costruire una stazione marittima di imbarco e sbarco dei passeggeri, incentrata su un edificio di mq 5.066 a due piani, con copertura agibile. Nei 121.500 metri quadrati del cosiddetto Parco delle dune, saranno insediati parcheggi per 34 pullman, 28 taxi, 14 NCC (Noleggi Con Conducente), 115 posti auto, 54 stalli per biciclette, oltre alla viabilità interna e ai residui spazi di verde.

In queste aree, le norme urbanistiche attuali del Comune di Ravenna non consentono attività edificatorie senza che il Consiglio comunale ne approvi una variante, come avverrà giovedì 3 agosto prossimo. L’approvazione del progetto, in capo esclusivo all’Autorità Portuale, avverrà successivamente, ma il Comune e suoi enti partecipati avranno tuttavia voce in capitolo nella sua definitiva formulazione. Alvaro Ancisi, capogruppo di Lista per Ravenna, proporrà quindi al Consiglio stesso di approvare, giovedì stesso, un ordine del giorno, che, mettendone in evidenza le maggiori problematiche, detti alcune linee di servizio volte a renderlo più equilibrato, funzionale e sostenibile.

Impatti esorbitanti

Secondo Ancisi, il progetto, così come mostrato nel suo stato provvisorio, è troppo invasivo ed impattante.

  1. Innanzitutto, cementifica 18,2 ettari di territorio marittimo, restituiti alla loro naturalità dopo la cessazione del Piano Operativo Comunale 2010-2015. Quasi 300 posti parcheggio per mezzi a motore su quattro ruote, installati nel cosiddetto Parco litoraneo delle Dune, saranno inoltre raggiungibili – superato lo stato miserevole e pericoloso della via Baiona, unica strada che congiunge Ravenna con Porto Corsini – solo attraversando via Molo San Filippo, interna al paese e priva di uno spazio ciclo-pedonale continuo. Aggiungendo il già esorbitante traffico locale, si calcolano circa 600 mila mezzi a motore l’anno, che alimentano una bolla d’aria soffocante e tossica. La classe acustica della zona verrà poi aumentata dal III al IV livello, cosicché, ad appena 200 metri di distanza, gli abitanti di Porto Corsini dovrebbero subire un maggior grado di rumorosità consentita pari a 60 decibel tra le 6:00 e le 22:00 e a 50 tra le 22:00 e le 6:00.
  2. Il “Piano stralcio per il rischio idrogeologico” della Regione Emilia-Romagna, anno 2017, classifica parte della zona costiera come “area potenzialmente interessata da alluvioni rare” e la zona nord come “area di potenziale allagamento” causabile dalle piene delle reti idriche di pianura. Le sciagure immani avvenute in Italia da allora, e recentemente sul suolo ravennate, in conseguenza di sconvolgimenti degli andamenti meteo-climatici ed idrogeologici, consiglierebbero che le aree finora non edificate, sottoposte a tali potenziali rischi, subissero cementificazioni solo in termini ristretti e per l’indispensabile.
  1. Distano circa 200 metri i siti della Rete Natura 2000 “Pineta di Casalborsetti, Pineta Staggioni, Duna di Porto”, per cui il progetto deve essere sottoposto alla procedura di Valutazione di Incidenza Ambientale (VINCA). Il Parco del Delta del Po, con la stazione San Vitale e Pialasse di Ravenna, dista circa 150 metri, imponendo esso stesso verifiche sui vincoli esistenti. Secondo il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) di Ravenna, il progetto ricade nell’Unità di Paesaggio della Costa Nord (certamente peggiorandolo); è direttamente interessato dal “Sistema Costiero” ed è direttamente interessato e limitrofo a “Zone di riqualificazione della Costa e dell’Arenile” e a “Zone di Protezione delle Acque sotterranee costiere” (con le quali interferisce).

Proposte migliorative

Sulla base di queste valutazioni (e di altre), Ancisi giudica prioritario che, in sede di valutazione del progetto, la stazione marittima sia ridotta alle dimensioni essenziali per l’accesso/uscita dei crocieristi dal pontile a cui sono attraccate le navi crociera, ubicando fuori del paese un più ampio centro servizi collegato ad un parcheggio scambiatore tramite navette a trazione elettrica. Considerando tuttavia realisticamente i rapporti di forza interni al Consiglio comunale, gli indirizzi propositivi che il suo ordine del giorno sottopone a tutti i consiglieri senza distinzione di parte, aperti ad ogni contributo migliorativo, sono espressi nel dispositivo tramite cui il Consiglio invita il Sindaco e la Giunta comunale “ad operare fattivamente, in proprio e/o in sintonia coi servizi comunali, […] al fine di perseguire i seguenti obiettivi:

  1. coinvolgere la cittadinanza di Porto Corsini nelle decisioni da assumere, attraverso un dibattito pubblico;
  2. rispettare rigorosamente i vincoli esistenti sulle aree naturali protette circostanti il Terminal;
  3. fronteggiare preventivamente il rischio potenziale di alluvioni e allagamenti incombenti su parte delle aree occupate dal Terminal, al fine di ridurne al massimo le eventuali conseguenze negative;
  4. risolvere i problemi di viabilità e di mobilità ciclopedonale interni a Porto Corsini, prima che la stazione marittima sia attivata;
  5. riproporre, da parte del Comune, la formazione di un parcheggio scambiatore all’ingresso del paese, utilizzando, per il collegamento col Terminal, mezzi navetta a trazione elettrica;
  6. effettuare il completamento della linea di acqua potabile, realizzata con fondi pubblici, che si arresta alla banchina del terminal senza raggiungere le navi, affinché si eviti che gli imbarchi dell’acqua potabile avvengano con le attuali lunghe sfilate di autobotti attraverso via San Filippo;
  7. attivare un collegamento, con imbarcazioni a trazione elettrica,  tra Porto Corsini e la darsena di città attraverso il canale Candiano, come già in atto negli altri porti d’Europa;
  8. mettere in sicurezza la transitabilità della via Baiona tra la città di Ravenna e l’accesso ai Lidi Nord, cominciando col separare ininterrottamente dalla carreggiata, su pista propria, il traffico ciclopedonale”.