È di 12 milioni il conto dei danni per il patrimonio pubblico utilizzato per le scuole (cioè aule, ma anche palestre, laboratori e giardini) dall’alluvione dello scorso maggio in Romagna.

A due giorni dall’inizio dell’anno scolastico, con la prima campanella venerdì, le stime più consistenti, circa i tre quarti dei danni, riguardano la provincia di Ravenna.

Alcune scuole sono state letteralmente attraversate da fiumi di acqua e il loro ripristino è potuto avvenire solo in parte.

Poi ci sono stati casi meno complessi, ma molto diffusi: per circa 200 edifici, infatti, sono stati segnalati danni derivanti all’allagamento di locali tecnici, che hanno compromesso caldaie, impianti elettrici e idraulici: tutti sistemi che sono stati ripristinati nei tempi necessari a garantire la continuità delle attività didattiche.

Altro problema frequente è stato quello delle infiltrazioni di acqua da soffitti e pavimenti, anche in questi casi i lavori sono stati condotti durante l’estate per rendere agibili più spazi possibile.

Solo in pochi casi si è reso necessario lo spostamento, come a Castel Bolognese, dove i bambini della scuola dell’infanzia hanno trovato ospitalità nella vicina scuola elementare, mentre a Solarolo e Sant’Agata sul Santerno una parte dei bimbi che frequentano il nido sono ospitati provvisoriamente nel vicino Comune di Fusignano. A Lugo un centro sociale ospita da qualche giorno una scuola dell’infanzia. A Sant’Agata sul Santerno la scuola dell’infanzia è stata temporaneamente collocata nel teatrino di Villa San Martino.

Lunedì il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, anche come segno di vicinanza alle famiglie colpite dall’alluvione, ha scelto Forlì per inaugurare l’anno scolastico.