Dal primo giugno pioggia di accertamenti fiscali. Più precisamente, circa 8,5 milioni di atti pronti a essere notificati, dall’Agenzia delle entrate, dalla conclusione della sospensione fino a dicembre 2020. Il dato è stato fornito dal direttore dell’Agenzia delle entrate, Ernesto Maria Ruffini, intervenuto ieri in commissione finanze della camera sul decreto legge liquidità (dl. 23/20) . Il direttore delle Entrate ha poi aperto alla possibilità di una nuova edizione di rottamazione e pace fiscale. Sebbene Ruffini abbia precisato che le «scelte spettano al legislatore», ha anche osservato che le misure adottate negli anni scorsi «erano legate a difficoltà personali di categorie di contribuenti» aggiungendo che «quelle difficoltà sono confermate e acuite in una realtà emergenziale come questa».

Pioggia di notifiche. Per Ruffini la valanga di notifiche (della Agenzia delle entrate) pronta ad abbattersi sui contribuenti, alla ripresa delle attività post Corona Virus, è un effetto distorto dovuto dall’abrogazione del prolungamento di due anni dei termini dell’accertamento per l’Agenzia delle entrate, contenuta nel decreto Cura Italia (dl 19/20), e abrogata nel passaggio del provvedimento tra Senato e Camera. Una norma pro contribuente, la difesa di Ruffini, che costringerà l’Agenzia, per non essere inadempiente, a questa raffica di notifiche.

«La proroga di due anni dei termini di accertamento serviva a dare la possibilità di notificare anche dopo», ha spiegato Ruffini, «altrimenti l’Agenzia procederà a notificare 8,5 milioni di atti entro fine anno». «Non so se questa è la volontà ma questo è il perimetro normativo nel quale si deve muovere l’Agenzia» ha ribadito il numero uno dell’Agenzia che ha anche confermato come gli atti notificati a ridosso del cosiddetto lockdown, blocco delle attività, non sono coperti da alcun tipo di sospensione e devono dunque essere pagati nei termini di legge. Anche sul punto Ruffini ha precisato che dovrebbe essere una norma a sistemare la situazione estendendo la pausa anche agli atti notificati prima dello stop della sospensione: «Per quanto concerne le comunicazioni inviate ai contribuenti prima dell`inizio della fase emergenziale, non vi è alcuna disposizione che sospenda il pagamento delle somme dovute in acquiescenza, salvo per i contribuenti della cosiddetta zona rossa».

Attualmente, ha poi ricordato Ruffini, gli atti che sono stati messi nel cassetto da parte dell’amministrazione finanziaria ammontano a 250 mila di avvisi bonari e 300 mila lettere nonché per la parte di Riscossione circa 3 milioni di cartelle.

Accanto agli 8,5 mln di atti dell’Agenzia si devono aggiungere anche 4,4 mln di cartelle della Riscossione (1,6 mln di intimazioni, 875 mila atti e 2 mln in arrivo dagli enti locali), una mole di notifiche su cui Ruffini suggerisce di intervenire con «tempistiche modulate coerentemente con la ratio ispiratrice dei provvedimenti emanati a sostegno delle famiglie e delle imprese per fronteggiare le difficoltà economiche derivanti dall’emergenza Covid-19, evitando di concentrare nel secondo semestre del 2020 la notifica di milioni di atti e comunicazioni».

Magazzino. Cresce a 954 mld il magazzino dei crediti in pancia all’Agenzia delle entrate Riscossione. Il dato riguarda 17,4 mln di contribuenti. La cifra è al netto di sgravi per indebiti affidamenti e per importi già riscossi che fanno salire l’intero volume di ruoli in carico all’Agenzia a oltre mille miliardi di euro. Dello stock di 954 miliardi, secondo le stime dell’Agenzia, il 40% risulta difficilmente aggredibile. Tra queste risorse, infatti, esistono 152 miliardi relativi a soggetti falliti, 118,9 miliardi a persone decedute, 109 a persone che risultano nullatenenti, 68,8 a debitori sospesi in autotutela, 14,7 miliardi sono oggetto di rateizzazione, 410 miliardi sono azioni esecutive senza recupero integrale.

 

fonte Italia Oggi