Tutti i servizi pubblici più o meno vietati da decreti, ordinanze o talune loro applicazioni, ma che non comportano di per stessi rischi di assembramento e difficoltà a mantenere la distanza di sicurezza dal covid-19, stanno tornando fruibili in questi giorni, eventualmente con prescrizioni da osservare. I possessori degli orti per l’autoconsumo sono tornati a coltivarli e a curarli così che tutto non marcisca o si secchi. Sotto determinate regole possono funzionare i mercati in strutture coperte o perimetrate ed altri per la vendita di prodotti alimentari. Da lunedì saranno ripristinate, su prenotazione, la vendita di cibo da asporto e la toelettatura degli animali di compagnia.

Il presidente della Regione ha riaperto, con l’ordinanza di giovedì scorso, anche i negozi di fiori. Con quella dell’11 aprile, aveva però mantenuti chiusi al pubblico i cimiteri, massimi destinatari di questi prodotti, cosicché i chioschi piazzati agli ingressi del cimitero monumentale di Ravenna e quelli presso i molti camposanti delle frazioni di campagna e del litorale non hanno ragione di riaprire. Per non dire della sofferenza di molte persone impedite ad esprimere un gesto di amore verso i loro defunti andando a visitarli con un fiore un mano o recitando una prece. Quasi che il virus possa uccidere anche la pietà.

I cimiteri non sono luoghi ordinari di assembramento ed hanno larghi spazi in cui i visitatori possono facilmente tenersi a distanza, molto più che nei supermercati e in altri luoghi e locali accessibili al pubblico. Non esito, per mia frequentazione, a ritenere il cimitero di Ravenna uno dei posti più sicuri dal contagio, solamente che ci si tenga a sufficiente distacco. Basterebbe se mai disciplinarne l’affluenza e gli spostamenti interni (persone singole e a due metri dagli altri? mascherina? guanti?, ingressi limitati nei piccoli cimiteri?: quello che si vuole).

Bonaccini e De Pascale riflettano che aver riaperto i fioristi tenendo chiusi i cimiteri è per lo meno una contraddizione.

Due sono le strade agibili, tra quelle praticate:

  • come Bonaccini, dopo l’ordinanza dell’ 11 aprile, ha prodotto quella del 23 e adesso quella del 27, può farne un’altra per il 28;
  • il Comune può emettere un’altra “ordinanza” a firma di un funzionario, dopo quella di ieri che ha imposto l’ingresso alternato negli orti comunali, una durata massima di stazionamento, ecc.: siccome anche i cimiteri sono comunali, il prefetto potrà accettare, per opere di bene e di pace, anche questa.

Siamo solo materia? Molti uomini e donne credono o almeno sperano diversamente. Sono convinto quasi tutti, anche se non lo sanno.