“Le dichiarazioni che in questi giorni sindaco ed assessore al bilancio, stanno rilasciando alla stampa locale in merito alla chiusura del bilanzio comunale sono altamente preoccupanti e delineano, purtroppo, il quadro che già diversi mesi fa avevamo previsto.

Il sindaco dice che il Comune ha difficoltà a “far tornare i conti” ed individua come causa principale la mancanza di trasferimenti statali in favore dell’Ente comunale.

Ancora una volta de Pascale cerca di sviare l’attenzione su questioni che nulla c’entrano con le vere motivazioni che compongono questo desolante quadro.

Si, perché la difficile situazione attuale dei conti del nostro Comune è figlia di scelte sbagliate per quanto intenzionali che l’amministrazione del sindaco de Pascale ha messo in atto dal 2016 ad oggi.

La guerra in Ucraina e il “caro bollette” hanno solo scoperchiato un problema che era già ben delineato negli ultimi bilanci comunali.

Ora, sindaco e assessore al bilancio annunciano che entro marzo (ovvero entro il termine ultime fissato per legge), chiuderanno il bilancio: quasi fossero degli eroi della partita doppia.

Ovviamente omettono di dire pubblicamente quali sono le varie cause di tutto questo e sopratutto quali saranno le inevitabili scelte che dovranno fare per riuscire a fare quadrare i conti.

Tuttavia, guardano nei meandri del bilancio in lavorazione, tali misure sono facilmente individuabili.Dovendo mettere in atto una manovra di circa 23 milioni di euro per presentare un bilancio di previsione 2022-2024 in pareggio, il sindaco punterà tutto sull’aumento delle entrate  tributarie ed extra tributarie.

Si partirà con un incremento di IMU e IRPEF comunali di almeno 5 milioni di euro sfiorando così il limite di aumento massimo consentito per legge.

Verranno posizionati nuovi autovelox così da aumentare il già cospicuo gettito derivante dalle sanzioni per infranzioni del codice della strada.Si procederà ad un aumento dei costi dei servizi comunali e al taglio ai servizi sociali e culturali.

Tutto questo, com’è facilmente intuibile, graverà sulle già provate tasche di tutti noi Ravennati.

Non verranno toccate dai tagli invece tutte quelle voci di spesa improduttiva, composte da uscite spesso sostanziose di denari dalle casse comunali per pagare consulenze, compensi e servizi non strettamente necessari che però foraggiano il sistema clientelare che tiene in piedi le amministrazioni a guida PD. Così come verranno mantenuti integri i premi garantiti indistintamente a tutti i Dirigenti comunali, aumentato così il divario tra questi e gli altri dipendenti comunali.

Voci queste ultime che vanno a comporre una spesa per il Comune di Ravenna di oltre 207 Milioni di euro, cresciuta di oltre 50 Milioni dal momento dell’insediamento di de Pascale a sindaco di Ravenna nel 2016.

Non avendo sino ad oggi chiuso il bilancio 2022, l’amministrazione comunale si trova ad operare in quello che in gergo tecnico viene chiamato “esercizio provvisorio” per il secondo anno consecutivo. Condizione che comporta forti restrizioni nella gestione della “cosa pubblica”

Eppure altri Comuni di capoluogo di Provincia quali Forlì, Rimini ,Ferrara, Bologna per citare quelli più vicini, hanno chiuso i bilanci entro il 31 Dicembre.

Eppure la soluzione per far quadrare i conti senza appesantire forzare utleriormente il portafogli dei Ravennati c’è.

Ricorrendo alla vendita a prezzo di mercato attuale di un pacchetto di partecipazioni Hera che il Comune di Ravenna detiene attraverso Ravenna Holding, si riuscirebbe a garantire alle casse comunali 6,5 Milioni di Euro. Con la riduzione del capitale sociale di Ravvenna Holding e delle quote di partecipazione in Sapire avremmo a disposizioni circa 10 Milioni di Euro.

Infine, agendo sulla sopra menzionata spesa corrente, tagliando le uscite non necessarie, si avrebbero a disposizione altri 6 milioni di Euro.

Con questi interventi, si accumulerebbero quei 23 Milioni di Euro che servono per coprire la quota necessaria a chiudere il bilancio senza aumentare tasse, tributi e servizi comunali.

Come dimostrato, le atlernative per far quadrare i conti ed agire in favore dei cittadini ravennati, ci sono eccome. E sono sostenute dai numeri.
Questa dimostra che la posizione del sindaco de Pascale è una scelta e non una via obbligata. L’amministrazione a guida PD sceglie, infatti, di aumentare il “peso fiscale” sui cittadini piuttosto che intaccare il sistema di poltrone ben retribuite che compone il mosaico delle societa partecipate dal Comune di Ravenna, occupate – neanche a dirlo – da nomi espressi dal PD e dai partiti di maggioranza.”