“In Regione Emilia-Romagna abbiamo approvato il nuovo ‘Piano aria integrato’, particolarmente ambizioso: condiviso con tutte le rappresentanze del sistema regionale e i soggetti interessati, potrà contare su risorse per quasi 155 milioni di euro. Deve però essere chiara una cosa: siamo di fronte a una questione nazionale e non si può pensare di potersela cavare con le sole limitazioni, non si può pensare di far ricadere tutto quanto su cittadini, famiglie, imprese. La transizione ecologica è una priorità per il Paese, altro che negare il cambiamento climatico come ci si ostina ancora a fare da più parti, bisogna accelerare nella sua realizzazione e va completata tenendo insieme ambiente e lavoro, ma per farlo servono un piano e investimenti nazionali straordinari. Non si risolve la situazione a pezzi, coi singoli territori che agiscono ognuno in solitudine. Per questo, da anni, e va sottolineato da anni, abbiamo avanzato proposte per la trasformazione di tutti i fattori inquinanti e processi di conversione, stanziando fondi straordinari e accompagnando imprese e famiglie: è il momento che arrivino risposte concrete. Per questo, chiediamo di nuovo al Governo di confrontarci insieme alle Regioni del Bacino Padano, per adottare misure strutturali e non dover agire sempre e solo nell’emergenza: in Emilia-Romagna stiamo facendo la nostra parte e siamo pronti a dare il nostro contributo, ma servono risposte da dare al Paese”.

Così il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e la vicepresidente con delega all’Ambiente, Irene Priolo.

Dal presidente Bonaccini sta per partire una richiesta indirizzata al ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, per un incontro urgente nel quale affrontare col Governo il tema inquinamento insieme ai presidenti delle Regioni del Bacino Padano.

La situazione

Nel frattempo, in Emilia-Romagna e non solo, il perdurare delle condizioni di stabilità meteo e la conseguente mancanza di “rimescolamento” dei bassi strati dell’atmosfera ha comportato e comporta una stagnazione degli inquinanti nei bassi strati e la formazione di nuovi inquinanti di natura secondaria (che derivano, cioè, da reazioni chimico-fisiche in atmosfera). Una situazione, questa, aggravata dalla presenza di fenomeni di inversione termica, tipica delle situazioni invernali, contraddistinta dalla presenza di aria più fredda vicino al suolo e di aria più calda in quota, che comporta ulteriormente il ristagno di umidità e inquinanti. Ne consegue il peggioramento della qualità dell’aria e la formazione di nebbie. Per la giornata di venerdì è previsto l’arrivo di una perturbazione che dovrebbe contribuire a migliorare la situazione. Per questo motivo oggi è stato emesso da Arpae un bollettino verde ed è rientrata l’allerta dei giorni precedenti.

Il Pair 2030

Ridurre le emissioni sia di inquinanti primari sia di precursori degli inquinanti secondari; agire simultaneamente sui principali settori emissivi – combustione di biomasse (PM₁₀), agricoltura (NH₃, ammoniaca), trasporti (NOₓ, ossidi di azoto) -; intervenire sia su scala locale che estesa, dal bacino Padano al livello nazionale. Ancora, prevenire gli episodi di inquinamento acuto al fine di ridurre i picchi locali. Questa, in estrema sintesi, la strategia del Pair 2030, recentemente approvato in Assemblea, per cui sono stati identificati gli ambiti di intervento e le misure collegate. Un Piano pensato e costruito non nell’ottica delle restrizioni ma delle opportunità, e che, per la prima volta, parte con una dotazione di risorse volte al miglioramento della qualità dell’aria, a cui concorreranno anche finanziamenti e misure delle programmazioni e pianificazioni settoriali.