In seguito all’accordo, raggiunto tra Regione Emilia Romagna, CGIL, CISL, UIL e rispettive Categorie dei Pensionati, sugli indirizzi regionali per i regolamenti locali sulle Case Famiglia, le Organizzazioni Sindacali sottolineano l’importanza che i regolamenti locali siano quanto più omogenei possibili da Piacenza a Rimini a garanzia della qualità per gli ospiti e del lavoro per gli operatori e che scoraggino ogni forma di abusi, maltrattamenti. Nella regione Emilia Romagna ci sono circa 500 Case Famiglia e vi sono accolte  circa 2.700 persone.

“Siamo soddisfatti dell’accordo raggiunto ” affermano le OO.SS.  “Con queste linee guida regionali  si sono fissati alcuni principi essenziali e dettate regole tali da garantire, in modo omogeneo in tutti i contesti territoriali,  qualità e  sicurezza del servizio prestato agli ospiti, rafforzare i controlli, promuovere una lista di qualità delle Case Famiglia a tutela degli ospiti, dei famigliari e degli operatori, valorizzare le buone esperienze ed evitare fenomeni di maltrattamento.
Abbiamo anche convenuto sullo  sviluppo di un sistema informativo che aggiornerà periodicamente l’anagrafe regionale delle Case Famiglia, in modo tale da avere un quadro aggiornato e trasparente a tutela della qualità  delle strutture, ma soprattutto degli ospiti anziani e disabili.”
Le Organizzazioni sindacali e la Regione, considerata la rilevanza del tema, si sono impegnate  a continuare il confronto con l’obiettivo di:
– promuovere l’applicazione degli indirizzi regionali nei singoli ambiti distrettuali;
– aggiornare periodicamente i dati del monitoraggio delle Case Famiglia nel territorio regionale;
– valutare i risultati delle attività di controllo effettuate, per conto dei Comuni, dai Dipartimenti di Sanità Pubblica delle Ausl;
– elaborare, con il coinvolgimento dei MMG, strumenti di valutazione delle condizioni di salute degli ospiti al momento dell’accesso nelle Case Famiglia;
– valorizzare il collegamento delle Case Famiglia con la rete dei servizi socio-sanitari
Su proposta delle OOSS, la Regione ha accolto la richiesta di lavorare in sede nazionale per rivedere alcuni aspetti dell’attuale legislazione, con l’obiettivo di prevedere requisiti e garanzie aggiuntive per l’apertura e la gestione delle Case Famiglia.
Inoltre, in accordo con le OOSS, la Regione promuoverà una specifica campagna di sensibilizzazione sulla dignità e i diritti delle persone, a partire dalle categorie più fragili: anziani e disabili”.

Le Case Famiglia sono strutture di iniziativa privata che  non necessitano di particolari autorizzazioni potendo accogliere fino ad un massimo di 6 ospiti autosufficienti o lievemente non-autosufficienti,  cioè in grado di compiere le principali attività della vita quotidiana.