La Polizia di Stato di Ravenna, nella giornata di ieri, ha eseguito una misura di prevenzione patrimoniale per circa 400 mila euro nei confronti di un ventisettenne di origini albanesi, risultato negli anni punto di riferimento dello spaccio nell’intera area della Bassa Romagna.
Il provvedimento di sequestro, propedeutico alla confisca disposto dal Tribunale di Bologna, su proposta del Questore di Ravenna, Lucio Pennella, è il risultato delle indagini patrimoniali eseguite da diversi mesi dalla Divisione Anticrimine della Questura di Ravenna, con il supporto del Servizio Centrale Anticrimine del Dipartimento di Pubblica Sicurezza.
Il destinatario del sequestro, fin dal suo arrivo in Italia, agli inizi degli anni 2010, aveva aperto come copertura un’impresa artigiana, ma di fatto viveva dei proventi illeciti ottenuti attraverso il suo stabile e remunerativo inserimento in un importante circuito di commercio di droga “pesante”, tanto da venire arrestato nell’ambito di una vasta operazione su traffico e vendita di sostanze stupefacenti condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia della procura di Bologna, a seguito della quale ha trascorso un lungo periodo in detenzione carceraria e poi domiciliare.
Per la sua pericolosità sociale, il ventisettenne è stato colpito dal decreto di espulsione, con accompagnamento alla frontiera verso Tirana, emesso dal Prefetto di Ravenna il 17 agosto del 2020.
Nello svolgimento degli accertamenti patrimoniali condotti dalla Divisione Anticrimine, con la partecipazione del Commissariato di Lugo ed estesi anche in ambito internazionale, sono stati acclarati nella disponibilità dell’uomo quattro appartamenti ubicati in un’unica palazzina posta nel territorio della Bassa Romagna e una cospicua somma di denaro, frutto dell’investimento immobiliare generato dai proventi illeciti provenienti dall’ambiente del commercio della droga.
Guadagni illeciti che il ventisettenne aveva intestato al padre, residente all’estero e privo di rapporti economici, con l’obiettivo di sottrarli da possibili “aggressioni” penali o amministrative. L’uomo, al quale è stato appunto inibito il rientro in Italia, aveva continuato a gestire dall’Albania i propri affari illecitamente attraverso l’interposta persona.
Pertanto, dopo l’esecuzione del decreto di sequestro degli immobili e della somma di denaro versata in un conto corrente acceso in un istituto di credito italiano, ai fini della futura confisca, nelle prime ore della mattinata di ieri, gli agenti della Divisione Anticrimine della Questura, unitamente a quelli del Commissariato di Lugo, si sono recati presso la palazzina ove lo straniero aveva acquistato i quattro appartamenti e dopo aver identificato gli occupanti, titolari di regolare contratto di affitto, hanno affidato i beni all’amministratore giudiziario nominato dal Tribunale.