“Se la scuola deve essere in presenza per davvero e non soltanto sulla carta, bisogna prendere atto del fatto che la moltiplicazione dei tamponi non è una scelta ragionevole, né sostenibile sul lungo periodo” critica Stefania Montebelli, referente comitati Emilia-Romagna aderenti a Rete Nazionale Scuole in Presenza.

Tutti i comitati emiliano-romagnoli facenti parte di Rete Nazionale Scuola in Presenza hanno aderito alla proposta. “Ora serve una vera svolta anche in Italia: stop ai tamponi a tappeto agli asintomatici e stop Dad per bambini e giovani sani” chiede la rete.

“Sono ormai diversi i Paesi europei che hanno optato per lo snellimento delle procedure di tracciamento scolastico, riducendo il ricorso ai tamponi per i non sintomatici e orientandosi verso la sospensione della frequenza scolastica per i soli soggetti sintomatici o positivi.

I bambini e ragazzi italiani sono tra quelli che hanno sofferto maggiormente per le conseguenze psicofisiche della chiusura delle scuole e del lockdown dello scorso anno: per questa ragione adesso è necessario fare tutto il possibile per tutelare la loro vita di relazione prima che sia troppo tardi. 

Dal caos in cui sono piombate le scuole si può uscire certamente in Emilia Romagna dove il 99,16% dei casi attivi sta gestendo il Covid a casa e il 91% della popolazione over 12 anni è completamente immunizzata come riportato dall’ultimo report della regione”.