Ravenna in Co,une: la marcia per sostenere le rinnovabili e contrastare il rigassificatore dell'11 settembre.

Da tempo Ravenna in Comune segnala una ulteriore involuzione dello strumento democratico. E non si venga a raccontare che il problema sarebbe sorto col voto di domenica scorsa: non è certo FdI ad amministrare la nostra Regione e il nostro Comune. Né ha avuto ministri o sottosegretari nel Governo Draghi. La stretta sulla democrazia non è nemmeno sorta con la pandemia e l’imposizione di passaporti sanitari posti a carico dei lavoratori per evitare i costi per la sicurezza ai padroni. Ma è indubbio che abbia rappresentato un’occasione per testare con successo pratiche autoritarie. Dalla pandemia alla guerra il passo è stato brevissimo e la stretta ancora più pronunciata.

La speculazione sulle fonti fossili, in particolare il gas metano, non è iniziata con la guerra ma si è appoggiata alla guerra ucraina per veicolare il diktat sulla indispensabilità di fare dell’Italia il centro di rigassificazione per l’Europa. Si sono così reiterati messaggi di allarme per una presunta carenza di gas, in un contesto in cui invece in Italia si continuava e si continua ad esportarlo approfittando del differenziale tra prezzo di acquisto e di rivendita. L’emergenza serve sempre, qualunque emergenza, come chi ha attraversato gli anni cosiddetti di piombo ben ricorda, per giustificare decisioni liberticide. In questo caso, per Ravenna, la falsa narrazione di un imminente inverno al freddo e di bollette che il rigassificatore abbasserebbe, serve a ribaltare l’opposta decisione assunta nel 2008 a livello istituzionale locale: il no ad un rigassificatore già allora proposto.

Questa volta è stato il Presidente dell’Emilia-Romagna a pretendere per Ravenna il rovesciamento del no. E il Sindaco, pur inizialmente titubante (chiaramente il rigassificatore è di ostacolo anche ad una ripresa delle trivellazioni locali che de Pascale caldeggia), è presto passato al ruolo di entusiasta sostenitore. Finendo addirittura per pretendere da Roma che il rigassificatore si facesse da noi rispetto ad altre ipotesi. Contro ogni logica democratica è proprio Bonaccini che è stato nominato Commissario del procedimento che deve vagliare l’accoglibilità della richiesta presentata da SNAM. Bonaccini che non perde occasione di garantire che il rigassificatore si farà con qualunque governo e ad ogni costo dovrebbe teoricamente essere il garante della correttezza di un procedimento di cui invece si fa garante solo dell’esito: comunque vada l’autorizzazione verrà data.

Bene ha fatto dunque il coordinamento ravennate della campagna Per il Clima – Fuori dal Fossile a chiedere che il Prefetto precisasse e, eventualmente, smentisse alcune dichiarazioni attribuitegli a margine di un incontro sponsorizzato dalla lobby ufficiale del fossile, il ROCA. «È importante l’azione condotta dal Sindaco de Pascale e dal Presidente della Regione Bonaccini per ospitare a Ravenna il rigassificatore» avrebbe detto il Prefetto secondo i giornali. A queste parole il coordinamento della campagna contro il rigassificatore replicava: «Con queste dichiarazioni, che giudichiamo estremamente gravi, il Prefetto, che riveste un ruolo di garanzia del corretto esplicarsi delle dinamiche sociali e democratiche nel territorio, garantendo il pluralismo delle idee e delle opinioni e la loro libera manifestazione, assume qui un improprio ruolo di parte. Se è libero, come privato, di coltivare l’opinione che ritenga più opportuna sul rigassificatore, è inammissibile che nella sua veste istituzionale Egli prenda le difese di un progetto in itinere, sottoposto a valutazioni complesse, alle osservazioni di cittadini e associazioni, non ancora autorizzato. Chiediamo, pertanto, che simili dichiarazioni siano pubblicamente smentite o chiarite e che il Prefetto riaffermi la sua posizione di garanzia di tutte le posizioni legittimamente maturate sul progetto nella comunità ravennate». Il Prefetto ha ritenuto opportuno chiarire: «Io non ho detto e non dico che sono favorevole al rigassificatore, ma ho il dovere di far rispettare la scelta del governo per il rigassificatore, che si farà naturalmente solo quando l’iter autorizzativo sarà completato in modo positivo e in condizioni di sicurezza per tutti. Il Sindaco ha espresso l’intenzione di organizzare un incontro pubblico per un confronto fra le parti interessate e con la popolazione sulla scelta del rigassificatore. Penso che sia una scelta utile e anche in questo senso mi adopererò affinché l’incontro possa svolgersi in sicurezza. Io non mi schiero. Il governo ha scelto e si è schierato. Io prendo atto, perché è ciò che richiede il mio compito istituzionale. E ribadisco, se e quando il rigassificatore riceverà tutti i pareri positivi e l’iter autorizzativo sarà andato a buon fine io avrò il compito di garantire che si realizzi in condizioni di sicurezza per tutti».

Ravenna in Comune esprime la legittima preoccupazione della cittadinanza per una decisione che sempre più sa da imposizione al di fuori di ogni logica democratica. Preoccupano affermazioni continue circa presunte esigenze di militarizzare i territori per realizzare in sicurezza le infrastrutture quando invece al pericolo per la sicurezza rappresentato dal rigassificatore non si guarda proprio, essendo impediti i normali controlli VIA e RIR. Non si provino le istituzioni a gabbare la cittadinanza con un incontro pubblico preconfezionato e addomesticato sul modello della passerella bolognese e ravennate del duo Bonaccini e de Pascale del 15 luglio scorso. Il rigassificatore è una scelta che va discussa approfonditamente dai territori, in tante assemblee pubbliche nelle ex circoscrizioni, a cominciare da quella del Mare. Occorre sviluppare un dibattito autentico diversamente dalla farsa andata in onda proprio al consiglio territoriale del Mare il 19 settembre. Ai portatori di interessi dei grandi capitali si contrappongono quelli delle cittadine e dei cittadini che raccolgono firme, presentano petizioni, si radunano, manifestano e scendono in corteo. Si pretendono chiarimenti, spiegazioni, risposte ai dubbi e, soprattutto, ascolto. La democrazia esiste ancora nonostante i desiderata in senso contrario della lobby del fossile. Però è innegabile: a Ravenna c’è un problema democratico grande come un rigassificatore!”