“Nella fiera delle non novità, l’OMC 2023, il Sindaco di Ravenna torna ad incontrare il rappresentante del Governo egiziano che ha massacrato Giulio Regeni. Giulio è raffigurato in un mosaico, realizzato da Anna Agati su disegno di Gianluca Costantini, inaugurato nel 2018 dal Sindaco, a Palazzo Merlato dove è stato collocato. Un pro-memoria potente: «La testimonianza di una comunità che respinge la violenza e che auspica non venga mai meno l’attenzione su questo caso così drammatico per le torture subite da Giulio Regeni e perché si faccia chiarezza» annunciò il Sindaco al momento dell’inaugurazione. E quando inaugurerà l’OMC, lo stesso Sindaco oggi cosa dirà? Nel 2021 (nel 2022 l’OMC ha dato forfait) il Sindaco si limitò ad uno sbiadito cenno ai diritti umani senza mai nemmeno sfiorare in nome dell’Egitto sotto lo sguardo di Tarek El Molla, che dell’Egitto è Minister of Petroleum and Mineral Resources. Quello stesso El Molla, ospite immancabile dell’OMC, che all’edizione 2017 (Giulio era stato torturato a morte dai servizi egiziani l’anno prima) garantiva: «L’attenzione del Governo egiziano sul caso Regeni è al livello massimo. Posso confermare che sono stati fatti grandi progressi con la collaborazione tra la procura italiana e l’Egitto. Stanno lavorando bene insieme». Talmente bene che c’è voluta la Corte Costituzionale italiana per riuscire a far partire il processo contro gli aguzzini dei servizi egiziani, dopo anni e anni di totale ostruzionismo e depistaggi da parte dello stesso Governo egiziano. Aguzzini che, comunque, mai faranno un giorno solo di carcere, dopo aver ridotto Giulio in condizioni talmente inimmaginabili da far dire a sua madre di averlo potuto riconoscere solo dalla punta del naso.

Disse ancora sua madre: «La morte di Giulio non è un caso isolato. Non è morbillo, non è varicella. La parte amica dell’Egitto ci ha detto che l’hanno torturato e ucciso come un egiziano. Forse non saranno piaciute le sue idee. E forse era dai tempi del nazifascismo che un italiano non moriva dopo esser stato sottoposto alle torture. Ma Giulio non era in guerra, non era in montagna come i partigiani, che hanno tutto il mio rispetto. Era lì per fare ricerca. Eppure lo hanno torturato. Su quel viso ho visto tutto il male del mondo e mi sono chiesta perché tutto il male del mondo si è riversato su di lui». I genitori di Giulio avevano fatto pervenire una lettera al Sindaco in occasione dell’inaugurazione del mosaico: «I genitori di Giulio Regeni ringraziano il Comune di Ravenna e l’Accademia di Belle Arti di Ravenna, per la realizzazione del mosaico realizzato a sostegno della richiesta di Verità e Giustizia per nostro figlio Giulio».

La Verità e la Giustizia non stanno di casa a Ravenna. Non vi hanno abitato quando si è trattato di dare un segno per Giulio ma nemmeno quando abbiamo richiesto la cittadinanza onoraria per Patrick Zaki. Ravenna in Comune aveva chiesto al Sindaco di disertare l’inaugurazione dell’OMC nel 2021 proprio per coerenza con quanto affermato dallo stesso Sindaco: «Dobbiamo cercare la verità non solo per Giulio, ma anche per tutti noi, perché la verità è lo strumento attraverso il quale si può cercare di cambiare il mondo». Niente da fare: il 28 settembre 2021 è stato il giorno della vergogna con fianco a fianco il rappresentante della comunità ravennate e quello del governo egiziano. Ravenna in Comune ha reiterato la richiesta di non partecipare anche quest’anno. Ma il programma prevede nuovamente gli interventi, l’uno dopo l’altro, degli stessi de Pascale e El Molla. La vergogna non avrà dunque mai fine? La schiena piegata agli interessi della lobby del fossile è diventata il tratto distintivo dei leoni che campeggiano sullo stemma di Ravenna? Anche a questo fine è importante la partecipazione al presidio davanti al Pala de André che dalle 9.30 di oggi, 24 ottobre, ricorda che Ravenna non è rappresentata da quella schiena china esibita ancora una volta dal Sindaco.”