22/03/2018 – Oltre cento persone, iscritti, ma anche semplici cittadini, hanno partecipato nella serata del 20 marzo all’assemblea pubblica indetta dal Partito Democratico presso l’ex complesso dei Salesiani per discutere del voto del 4 marzo e delle sue implicazioni nazionali e locali. Quasi venti interventi in oltre quattro ore di assemblea terminata ben oltre la mezzanotte. A dispetto della gravità del momento, per il Partito Democratico e per la sinistra in generale, il clima è stato disteso e costruttivo. Non sono mancati il riconoscimento della sconfitta e la riflessione sugli errori e sulle opportunità non colte in questi anni di governo, ma sempre con un approccio di grande condivisione ed unità: su tutto ha prevalso la volontà di guardare avanti assieme e ripartire con fiducia e determinazione. Un aspetto in particolare è stato evidenziato nella gran parte degli interventi: la difficoltà dimostrata dal Partito Democratico di intercettare il disagio ancora diffuso in gran parte del Paese e l’incapacità di essere un riferimento per le aree e le classi sociali più svantaggiate, come ha spietatamente evidenziato il voto del Sud Italia e delle periferie economicamente meno sviluppate convergendo in maniera massiccia su Lega e 5 Stelle. Come ha intelligentemente sottolineato un nostro iscritto: “per avversare il populismo abbiamo smesso di essere popolari”. Una responsabilità che pesa e che richiede un ripensamento immediato ed approfondito. Soddisfatto il senatore neo eletto Stefano Collina: “Era importante ripartire dopo il duro colpo del 4 marzo e questa serata, partecipata – e non solo dai soliti noti – e ricca di spunti e riflessioni ci da la giusta carica per riprendere il cammino. Ovviamente l’analisi della sconfitta, dei nostri errori e limiti non si esaurisce oggi, ma proseguirà a tutti i livelli nelle prossime settimane con l’obiettivo dichiarato di ricostruire un partito che possa essere ancora punto di riferimento per il futuro del Paese e delle nostre comunità.” Guarda avanti anche il segretario comunale Maurizio Randi che ha ritrovato un partito vivo e reattivo e che ha raccolto in serata anche alcune nuove iscrizioni al PD a conferma dell’attualità del progetto intrapreso una decina di anni fa col “Discorso del Lingotto” di Walter Veltroni: “la scossa del 4 marzo alla fine potrebbe rivelarsi perfino salutare facendoci recuperare quell’umiltà che è sempre necessaria quando ci si pone al servizio della comunità. I limiti evidenziati a livello nazionale, pur in misura minore toccano anche il PD faentino. Le riflessioni di oggi e dei prossimi mesi aiuteranno a rimetterci in discussione e ci forniranno idee e stimoli per rafforzare il rapporto con la città, indebolito anche per le note vicende interne. Non abdichiamo al nostro ruolo e vogliamo continuare ad essere il riferimento di tutte quelle realtà che hanno a cuore il bene della nostra comunità e a cui chiederemo nei prossimi mesi di unirsi a noi per cominciare a ragionare assieme ad un progetto per il futuro della nostra città.”