Ravenna in Comune è contro tutte le autonomie differenziate che puntano a smembrare il Paese e ad amplificare la logica di territori di serie A, di serie B come Brandizzo e di serie C come Caivano, tanto per fare qualche associazione mentale. Non abbiamo mai avuto dubbi. Non ci verrebbe mai in mente di dire, come ha fatto de Pascale incontrando Calderoli, di non avere alcun pregiudizio negativo. Noi di pregiudizi negativi ne abbiamo un sacco e una sporta. Ma comprendiamo bene la posizione del Sindaco (che pronunciava quelle parole come Presidente della Provincia, anzi come Presidente dell’Unione Province Italiane). Bisogna ricordare da dove parte la porcata (per usare una terminologia cara a Calderoli). Si tratta infatti di una vera e propria indecenza politica introdotta dai DS (poi confluiti con la Margherita nel PD) con la riforma costituzionale del 2001. Non soddisfatti del disastro combinato incasinando le competenze tra Stato e Regioni, tuttora da mettere a posto, venne aggiunta la possibilità di creare sperequazioni di risorse e poteri tra Regione e Regione facendo saltare completamente la possibilità dell’Italia di funzionare come Stato unitario. Dal 2017 Emilia-Romagna, Veneto e Lombardia provano a strappare maggiori potestà legislative e soprattutto soldi. Di cosa parliamo? Di ottenere dallo Stato la competenza esclusiva nella tutela dell’ambiente e dell’ecosistema, nella tutela della salute, nell’istruzione, nella tutela del lavoro, nei rapporti internazionali e con l’Unione europea, ecc. Le 3 regioni presentano qualche differenza di approccio tra loro ma c’è comunanza di vedute sul considerarsi migliori delle altre e che questo basta e avanza per fregarsene del resto dell’Italia.

Lunedì 4 settembre, alle 18.00, in piazza Marsala a Ravenna, si svolgerà l’iniziativa pubblicaAutonomia differenziata, una riforma sbagliata” organizzata da Cgil, Libera, la Rete dei Numeri Pari, Comitato in difesa della Costituzione e Salviamo la Costituzione. Dichiarano gli organizzatori: “Questa riforma, a risorse invariate e con le modalità definite dal ddl Calderoli, mette in discussione l’unità e la coesione sociale del Paese. L’autonomia differenziata mette a rischio l’universalismo del nostro sistema di welfare. Si parla del principio per cui ogni cittadino, a prescindere dalla residenza e dalla provenienza, deve godere di diritti fondamentali in maniera uniforme in tutto il Paese. La riforma precluderebbe la possibilità di costruire politiche nazionali da un punto di vista industriale, economico e di sviluppo”.

Ravenna in Comune condivide ed invita a partecipare all’iniziativa. Tuttavia, quella che va demolita è anche l’autonomia differenziata di Bonaccini e de Pascale, perché non è vero che ce n’è una buona e una cattiva, a seconda che sia il centrodestra o il centrosinistra a proporla. Invitiamo dunque chi andrà in Piazza Marsala ad approfittare dell’occasione per sottoscrivere la proposta di legge regionale di iniziativa popolare per il ritiro di ogni autonomia differenziata. Non vogliamo infatti che le pre-intese sottoscritte dalla Regione Emilia Romagna (e dalla Lombardia e dal Veneto) con il Governo Gentiloni diventino definitive e operative.