L’insicurezza economica e nei diritti è causa di insicurezza nello svolgimento del lavoro. Ancora più chiaramente: chi lavora senza un contratto o in forme diverse da quelle previste dal contratto è soggetto anche al rischio di subire un danno fisico proprio a causa della propria debolezza e ricattabilità rispetto a chi paga per il suo lavoro. L’ultimo episodio in ordine di tempo è quello di un tentativo di occultamento di un infortunio sul lavoro. La vittima avrebbe ricevuto un’offerta economica per ottenerne la complicità nella mancata denuncia, che sarebbe stata obbligatoria, dell’accaduto. La posizione del lavoratore era debole in quanto irregolare non solo per gli aspetti contributivi ma anche per quelli relativi all’assenza di permesso di soggiorno.

Non è il primo caso, nella “civile” Ravenna. Abbiamo già avuto precedenti notizie del tentativo di far passare “infortuni” per “malesseri naturali”. Ed anche situazioni in cui la simulazione ha riguardato lo spostamento fisico del corpo della vittima sul ciglio di una via per rendere credibile la causa dell’incidente stradale. Indispensabile, in questi casi, è la complicità del diretto interessato o di chi con lui lavorava. E perché la complicità sia data in casi così gravi, occorre che la sproporzione tra il potere del padrone e la debolezza del lavoratore non possa essere colmata dalla paura di condividere il reato.

Per questo come Ravenna in Comune quella che abbiamo preteso nella scorsa consigliatura è stata l’istituzione di un osservatorio non della sola sicurezza ma anche della legalità sul lavoro. Perché sono aspetti tra loro strutturalmente legati che possono essere indagati solo partendo da un monitoraggio continuo e dedicato. Che ad oggi non viene fatto in quanto non è possibile ricavarlo dai dati ufficiali INAIL. A questo, anche a questo, avrebbe dovuto provvedere l’Osservatorio che doveva nascere ed essere reso operativo entro il Comune e che invece è stato decentrato presso la Prefettura dove il Sindaco vuole che resti. Perché rimanga un tavolo di condivisione dei piagnistei piuttosto che uno strumento per fornire i dati indispensabili alle ispezioni degli ispettori del lavoro.

Nell’ultimo caso le verifiche sono state avviate a seguito di una telefonata anonima. Su quante telefonate anonime può fondarsi la speranza di arrivare a casa a fine giornata di lavoro?