Che per i ritardi nel completamento del ponte di Grattacoppa il Sindaco dovesse domandare perdono alla cittadinanza non ci sono mai stati dubbi. Ma il modo in cui ha domandato di essere scusato, via fb giovedì scorso, è francamente inaccettabile e, come si dice, “peggio la pezza del buco”.

L’appalto del ponte sul Lamone è la storia di un’urgenza già presente all’inizio del primo mandato di de Pascale. Da allora è iniziata la lunga storia dei rinvii, prima dell’avvio dell’appalto, poi dell’inizio dei lavori e infine della loro conclusione. Dal 2018, quando i lavori furono finalmente inseriti nel piano comunale degli investimenti, ancora non si vede la fine che, comunque vada, non potrà essere prima del prossimo anno. A patto che la promessa del Sindaco di una prossima ripresa (è tutto fermo da mesi) non venga rimangiata. Nel frattempo, da un anno e mezzo, la comunicazione diretta tra gli abitati di Torri, da una parte, e di Grattacoppa, Conventello e Savarna, dall’altra, è impossibile. Per andare da Mezzano a Sant’Alberto i percorsi alternativi comportano deviazioni, strade distrutte da mezzi pesanti, ritardi e tanta pazienza. Quest’ultima si è esaurita perfino in zone tradizionalmente “ben disposte” verso il partito del Sindaco.

Le “scuse” del Sindaco non hanno niente di doveroso spontaneo riconoscimento di un caso (tra i tanti) di cattiva amministrazione del territorio da parte di chi ne porta la responsabilità. Il Sindaco è stato costretto a dire qualcosa dall’autentica valanga di hashtag “finiteilpontedisavarna” che da giorni commentavano ogni sua uscita sul suo profilo istituzionale fb. A poche settimane da un appuntamento elettorale in cui il suo partito teme di perdere voti anche in quello che era abituato a considerare naturale territorio di caccia, non poteva continuare a mandare avanti la sua assessora ai capri espiatori, Federica Del Conte. Così il Sindaco ha scritto un “bel” post in cui, riconosce che «il ritardo è gravissimo» ma subito si libera da ogni responsabilità attribuendo la situazione «alle note difficoltà di reperimento di materie prime, oltre che all’aumento vertiginoso dei prezzi».

Come detto, la storia dei rinvii va avanti da quando è diventato Sindaco e, soprattutto, gli abitanti dei foresi interessati la conoscono benissimo. Così come la conosce bene Ravenna in Comune che l’ha seguita fin dalle battute iniziali, presentando interrogazioni, incalzando la Giunta… Pensare da parte del Sindaco di potersela cavare con un ridicolo post “contaballe” in cui, tra l’altro, non riesce neanche a spendere una data che dia la speranza di ripassare, prima o poi, sopra quel ponte, è stata una enorme ingenuità. Le finte scuse sono state letteralmente inondate da commenti negativi (più di 200 al momento in cui scriviamo) da parte dei cittadini che si sono sentiti presi letteralmente per il naso.

Ad esempio, si legge su un commento: «La sua versione è molto diversa dalle motivazioni che mi hanno dato l’azienda costruttrice del ponte, che tra l’altro, ha dimostrato di rispondere con chiarezza e prontamente anche a dei semplici privati cittadini come me. La cosa che mi dispiace maggiormente è che lei sindaco, ben consapevole dei ritardi e dei disagi, che per carità, visto il momento e per l’entità dell’opera possono avvenire, non si è mai presentato nelle nostre piccole frazioni per spiegarci cosa accadeva e non ha fatto nulla per sostenere imprese e famiglie Peccato veramente, ha perso una buona occasione per distinguersi».

Ravenna in Comune chiede al Sindaco di rispondere definitivamente alla domanda che già gli ponemmo e sin qui senza riscontro: quando riaprirà il ponte di Grattacoppa?