“Stipendi e pensioni sono spesso troppo bassi per sostenere un affitto e garantire allo stesso tempo una vita dignitosa, al punto che è sempre più frequente il fenomeno di lavoratori costretti a scegliere la coabitazione per dividere le spese.

L’acquisto di un immobile è un’utopia per ragazze e ragazzi con impieghi precari e salari bassi, soprattutto se privi di una famiglia alle spalle in grado di garantire e contribuire ai costi.

In questo quadro noi riteniamo indispensabile che lo Stato attraverso i Comuni torni a dotarsi di un patrimonio edilizio pubblico, per superare le difficoltà di accesso alle case popolari.

Si può fare innanzitutto con un piano di ristrutturazione, adeguamento ed efficientamento energetico di ciò che già esiste, ma non è utilizzabile.

Si può fare acquisendo a prezzo fortemente scontato il patrimonio immobiliare che in questi anni è stato coinvolto in fallimenti e ora giace inutilizzato nei bilanci di banche e fondi finanziari.

Si può fare introducendo la possibilità per i Comuni di chiedere parte degli alloggi edificati come forma di onere di urbanizzazione aggiuntivo nelle nuove edificazioni.

Dato che tutto questo richiede tempo, nell’immediato è indispensabile che ai Comuni venga data la possibilità di fare da garante per gli affitti e di rilanciare seriamente il fondo per l’accesso alla casa destinato ai giovani.

Troppe case in questo paese sono vuote e troppe persone non possono avere un tetto: è ora di cambiare.”