Non nasce oggi la distanza abissale tra le priorità delle Giunte comunali a guida PD e le aspettative della cittadinanza quanto a servizi pubblici. Non si era mai visto, però, un attacco, peraltro giustificatissimo, così forte da parte del sindacato confederale alla gestione dei servizi all’infanzia del nostro Comune, «in merito a scelte di gestione e limiti ai servizi adottando come unico ed imprescindibile criterio quello della sostenibilità di bilancio. È avvenuto con la scuola Mani Fiorite, si ripete ora di fronte all’insufficienza di posti nei centri estivi comunali per la fascia di età 0-6. Lasciare centinaia di famiglie senza risposta, se non l’indicazione dei servizi privati che hanno disponibilità di posti, con rette molto più onerose, significa ancora una volta scaricare gli oneri dell’accudimento dei figli in particolare sulle donne, pregiudicando possibilità occupazionali nel periodo estivo. In molti casi le famiglie dovranno scegliere tra un lavoro stagionale o sostenere rette di frequenza molto più elevate del previsto». Così il sindacato.

L’Assessora competente, Livia Molducci, ha pensato bene di attribuire la responsabilità alle famiglie che hanno richiesto il servizio («Non prevedevamo un aumento così forte delle richieste»). Poi ha scaricato il barile sulla mancanza di risorse economiche («Un evidente aggravio della spesa sul bilancio comunale per questi servizi. I posti messi a disposizione nei Cren e nei Crem comunali sono quelli compatibili con le risorse disponibili a bilancio»). Infine ha avuto la bella idea di indirizzare le famiglie in cerca di un servizio pubblico sui servizi forniti dai privati («Nell’immediato, non potendo attivare nuovi e ulteriori servizi comunali, l’amministrazione ha fatto una ricognizione dei posti ancora disponibili nei Cren e crem privati per luglio e agosto e ha riscontrato disponibilità di posti»).

Come ricorda il sindacato già era accaduto con la soppressione del servizio pubblico presso la scuola per l’infanzia Mani Fiorite di Via Caorle in cui i servizi sono stati esternalizzati. Anche qui l’Assessora lo ha rivendicato come fosse un merito: «La scelta dell’esternalizzazione del servizio educativo non è nuova nella nostra città. Da tempo abbiamo portato avanti tale percorso». Anche qui il riferimento è lo stesso: «lo facciamo con la sostenibilità economica certa cui siamo tenuti dalla legge e dal senso di responsabilità con il quale amministriamo il bene comune».

Come Ravenna in Comune solo su un aspetto concordiamo con l’Assessora: è vero che non nasce oggi la propensione del Comune di Ravenna alla riduzione dei costi rispetto a quello che è stato il fiore all’occhiello per Ravenna e per la nostra Regione: i servizi scolastici sino ai 6 anni. Due anni fa ci fu il tentativo di sopprimere dalla sera alla mattina i servizi pre e post scuola nelle scuole dell’infanzia. Anche allora l’Assessora competente, allora Ouidad Bakkali, parlava di «spese economiche non affrontabili per il comune in questo momento».

Come Ravenna in Comune replicammo allora, per bocca del nostro capogruppo Massimo Manzoli:

«Le spese economiche “non sono affrontabili” solo perché si è scelto di non affrontarle. Il bilancio del Comune è costruito in base a scelte di indirizzo politico e in base a scelte di indirizzo politico vengono dedicate risorse o meno ad alcuni servizi. Questa volta il Comune ha scelto di non fornire un Servizio prezioso per le famiglie. Come Ravenna in Comune siamo sempre stati a favore di un aumento e di una qualificazione dei servizi integrativi e, quindi, è una scelta che non possiamo condividere».

Lo stesso discorso vale oggi. Come spiegato dal Sindacato, non è solo Ravenna in Comune, ma tutta la cittadinanza a ritenere prioritario mantenere questi servizi. In pochi giorni sono state raccolte 700 firme contro la privatizzazione della Scuola Mani Fiorite. Oggi ci sono 215 bambini tagliati fuori. «Cgil Cisl Uil valuteranno unitariamente ulteriori e diverse forme di sollecitazione all’apertura del confronto, comprese eventuali iniziative di mobilitazione». Come purtroppo stiamo dicendo sempre più spesso: niente è regalato e niente è scontato. Con la lotta si sono ottenuti servizi pubblici generalizzati e solo con la lotta potranno continuare ad essere garantiti.