Se non fosse già passato il 1° aprile si penserebbe ad uno scherzo di Start Romagna, la Società che gestisce il trasporto pubblico della Romagna, nata dall’unione di AVM di Forlì-Cesena, ATM di Ravenna e TRAM SERVIZI di Rimini. Invece sul sito della società è stata veramente attivata un’apposita pagina che, invece di informare sull’orario a cui passano gli autobus, segnala quando non passano. Come se fosse una cosa normale, ordinaria, e non, invece, qualcosa di eccezionale. Giustamente (si fa per dire), perché ormai non c’è niente di eccezionale nel fatto che un autobus non si presenti all’orario previsto e allora si è pensato bene di avvisare prima in una apposita sezione chiamata “Corse non garantite”: “Start Romagna informa che, per indisponibilità di personale di servizio, non è in grado di garantire tutte le corse programmate, pertanto si invita l’utenza a consultare questa pagina per informazioni relative alle corse non garantite”. Ma non è detto che all’utenza sia sufficiente, oltre a comprare il biglietto e consultare l’orario teorico dei passaggi, consultare l’orario effettivo dei “non passaggi”. Infatti avverte Start Romagna di prestare comunque “Attenzione: potrebbero aggiungersi altre corse non garantite per cause non prevedibili al momento della pubblicazione, verificare la presenza di aggiornamenti”.

Informa la stampa che per ieri “era prevista la cancellazione di circa un’ottantina di corse a Ravenna. La situazione è migliorata nella mattinata quando Start ha aggiornato la tabella della corse non garantite scendendo a 30”. È finita che, nella sola “Ravenna sono saltate una cinquantina di corse. Soprattutto gli orari pomeridiani, a scuole chiuse, vengono colpiti dai tagli”. Già, perché non tutti i bacini di utenza sono trattati allo stesso modo. Rimini non ha problemi, Forlì neppure. Ad essere nei guai sono Cesena e soprattutto Ravenna. Eppure i problemi non nascono oggi. Sono anni che è in corso un’accesa conflittualità tra la direzione di Start ed i lavoratori ed i loro rappresentanti. Con speciale riferimento alla compagine Ravennate si sono segnalati i problemi, le difficoltà nel lavoro, si sono indetti scioperi… Sino ad arrivare alla situazione odierna in cui, riferiscono i sindacati, “molti lasciano l’incarico per aziende disposte a pagare di più”. A guardare sul sito di Start, poi, si scopre che i rimpiazzi li si vorrebbe assumere solo a termine e tramite agenzia interinale…

Oltre ai lavoratori a farne le spese è la cittadinanza ravennate. Ovviamente un servizio inadeguato allontana dalla scelta del mezzo pubblico come modalità standard di trasporto chiunque sia in grado di potervi rinunciare: di fatto il mezzo pubblico si sta avviando ad avere sempre di più una clientela costretta all’uso per questioni economiche. Altrettanto ovvio l’impatto sull’uso dell’auto: siamo ai vertici nel rapporto tra auto e abitanti ma anche nel numero di incidenti. L’ideale di una spinta motivata ad un sempre più intenso impiego del mezzo pubblico riconvertito ad elettrico per ridurre l’impatto ambientale sembra destinato a rimanere sempre di più esclusivamente sul piano “ideale”: la realtà va da un’altra parte. Cioè verso un mezzo povero per i poveri che passa… ogni tanto.

Ravenna in Comune sostiene che il trasporto pubblico collettivo sostenibile debba essere centrale nei piani di un’Amministrazione che abbia a cuore un’oculata gestione dei trasporti sia urbani che nel forese. Investimenti in mezzi elettrici e transizione verso il trasporto gratuito dovrebbe essere l’obiettivo di una Amministrazione di questo tipo. De Pascale & co. controllano tramite Ravenna Holding un quarto del capitale azionario di Start. Si tratta del primo azionista della società pubblica. Si può sapere come pensano di risolvere il problema? Oppure pensano che non sia un problema?”