“Ravenna in Comune invita chi è a Ravenna di passaggio, magari per turismo, ma anche chi l’abita normalmente, alla scoperta, dall’esterno purtroppo, di uno dei meno conosciuti “monumenti” cittadini: la grande basilica di legno della Darsena. Il suggerimento è di prendere seriamente in considerazione il nostro invito perché si tratta di uno degli ultimi giorni in cui sarà possibile ammirarla prima della inevitabile distruzione. I danni subiti rendono evidente come non ci sia possibilità per la storica struttura in legno di superare quello che sarebbe il quinto inverno da che è rimasta totalmente priva di protezione dalle intemperie.
Quella che nel 1905 era la fabbrica dei concimi della Darsena, a fine 2018 è stata sottoposta a bonifica dall’amianto. Sono stati tolti i pannelli che la rivestivano ed è stata lasciata così. Ai primi di ottobre dell’anno successivo sono iniziati i crolli che, per lungo tempo, hanno costretto alla chiusura dell’adiacente Via Antico Squero per motivi di sicurezza. Riaperta la strada, l’Amministrazione Comunale è tornata a disinteressarsene completamente. Eppure l’Assessore Fagnani, al momento di relazionare al Consiglio Comunale, nel novembre 2019, aveva correttamente evidenziato l’unicità del “monumento” nel panorama delle archeologie industriali ravennati: «Presenta una struttura completamente in legno massello unica e di grande suggestione, ordita in modo da creare una sorta di basilica a tre navate caratterizzata da una spazialità molto interessante». Proprio per questo avrebbe dovuto essere uno degli elementi qualificanti dell’ormai scaduto POC Darsena: il Parco delle Archeologie, costituito dal recupero degli edifici di archeologia industriale con usi prevalentemente culturali e per il turismo. Non se ne è fatto niente, naturalmente, così come avviene sempre con tutti i progetti non speculativi a Ravenna: restano sempre e solo al livello dell’annuncio.
Poiché la “basilica” di legno della Darsena è stata dichiarata di interesse culturale dalla Soprintendenza, Ravenna in Comune chiede per l’ultima volta che vengano prese misure effettive per la sua tutela. Dopodiché, sarà troppo tardi. Così come è avvenuto per i due storici trasbordatori, per il caricatore della Mosa, eccetera eccetera. Tutti spariti per sempre. L’invito ad un’ultima passeggiata lungo via Antico Squero per visitare almeno con lo sguardo la grande basilica di legno è perciò di quelli imperdibili.”