“Oggi le lavoratrici e i lavoratori della sanità protestano avanti la sede dell’AUSL Romagna per manifestare contro la decisione unilaterale dell’Azienda di introdurre pronte disponibilità per far fronte alle assenze. Siamo al loro fianco.

Ravenna in Comune, tre anni fa, dopo aver approfondito la tematica con il sindacato di settore NurSind, aveva denunciato in Consiglio Comunale che la mancanza di personale infermieristico era divenuta cronica. All’epoca ci arrivarono solo delle non risposte. Oggi la Direzione Generale dell’AUSL Romagna lo riconosce ma prova a scaricarne tutte le responsabilità sul Governo Meloni: «Esiste, nessuno lo nega. Ma è un problema che non va fatto notare a me, quanto piuttosto al Ministero che non finanzia adeguatamente il Servizio sanitario nazionale» dice Tiziano Carradori. E se gli si fa notare che non solo l’organico è insufficiente ma le condizioni di lavoro peggiorano la situazione è costretto ad ammettere: «Confermo: l’Emilia Romagna conta circa 500 uscite all’anno sul totale dei suoi 10mila infermieri». Inoltre «l’Emilia Romagna conta attualmente un po’ meno di tre infermieri per ogni medico. Un abisso rispetto alla media europea di sei o sette». Tre anni fa non era al Governo quello attuale, di centrodestra, per quanto indifendibile possa essere la sua posizione di tagli alla sanità che, però, ricalca le politiche attuate dal centrosinistra peraltro stabilmente alle redini della nostra sanità regionale. E le decisioni sulla pronta disponibilità è l’AUSL Romagna ad averle assunte, non certo il Governo Meloni. Decisioni che provocheranno un nuovo esodo dalla sanità pubblica.

Il centrosinistra accusa giustamente il centrodestra di voler affossare la sanità pubblica a vantaggio di quella privata, ma ha la coscienza sporca dopo aver dirottato per anni risorse impressionanti verso la sanità privata convenzionata per lo stesso fine. Lo abbiamo detto pochi giorni fa e torniamo a dirlo: nella sanità pubblica (e non è certo l’unico servizio) il privato è il problema, non la soluzione. Come Ravenna in Comune ci dichiariamo pienamente solidali con le lavoratrici e i lavoratori della sanità ed esortiamo sia il Governo nazionale che i centri di governo locale a rendere effettive quelle dichiarazioni di favore verso la sanità pubblica di cui si riempiono la bocca mentre, nella realtà, la svuotano giorno dopo giorno.”