Così fan tutte o, piuttosto, così fan tutti: all’ultima opera che corona e sigilla uno straordinario “ciclo del desiderio e degli affetti”, Mozart e Da Ponte affidano la prima, e probabilmente più importante, lezione. Ovvero che il sentimento è cosa fragile, necessariamente imperfetta; un gioco serio che richiede lucida consapevolezza, ma anche tolleranza. Mercoledì 2 novembre, alle 20.30, quel gioco prende vita una volta ancora: il palcoscenico del Teatro Alighieri accoglie la terza produzione di questa Trilogia d’Autunno, il Così fan tutte che conclude il trittico dopo Le nozze di Figaro e Don Giovanni (dal 4 al 6 novembre le repliche dei tre titoli). Sul podio dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini sale in questo caso Tais Conte Renzetti, che ha preso parte all’edizione 2020 dell’Italian Opera Academy di Riccardo Muti. Il cast si compone di Christian Federici, Ana Maria Labin, José Maria Lo Monaco, Robert Gleadow, Anicio Zorzi Giustiniani, Miriam Albano. Alla regia c’è Ivan Alexandre, per il quale lo scambio di coppie al centro della trama di quest’opera è anche uno scambio di ruoli fra chi osserva e chi è osservatore, chi è spettatore e chi performer. Lars Henrik Johansen è al fortepiano e Antonio Greco prepara il Coro 1685 dell’Istituto Superiore di Studi Musicali “Giuseppe Verdi” di Ravenna; Antoine Fontaine firma scene e costumi e cura le luci accanto al regista.

Così fan tutte ha un andamento circolare – sottolinea il regista Ivan Alexandre – su due livelli: il grande palcoscenico collettivo e un palcoscenico centrale dove, a turno, le ragazze interpretano il loro ruolo di amanti fedeli e abbandonate, e i ragazzi quello dei corteggiatori albanesi, perché qui tutto è una questione di ruoli e, sotto lo sguardo di Don Alfonso, il maestro dei giochi, tutto diventa una questione di inversione di ruoli: le interpreti femminili diventano spettatrici, gli interpreti maschili diventano la performance”. La circolarità rispecchia, naturalmente, quella dell’opera, che attraverso mascherate, equivoci, sotterfugi in cui la geometria delle coppie si complica e moltiplica, ci riporta al punto di partenza – quasi. Perché, alla fine, Don Alfonso ci ha indotti a ridere della nostra fragilità, del bisogno di trovare sicurezza in baluardi morali; ci ha istigati a considerare il potere che su di noi hanno aspettative, fantasia e sogni (dopo tutto già il Conte nelle Nozze è vinto dalle mani di sua moglie quando le crede la bellezza di un’altra donna). Una concezione fluida, dunque, degli affetti; un’idea modernissima, che si nutre di Ariosto, Boccaccio, Shakespeare e Goldoni e nella quale i confini fra amato e amante, antico e nuovo amore, inganno e sogno sono sempre permeabili.

La scuola degli amanti a cui fa riferimento il titolo del Così fan tutte ha un solo maestro: Don Alfonso (Christian Federici, già protagonista di Don Giovanni) è architetto della scommessa che si trasforma in crudele burla; sua esilarante complice è la cameriera Despina, ovvero Miriam Albano, mezzosoprano per anni solista alla Staatsoper di Vienna. I giovani ufficiali Guglielmo e Ferrando che scommettono sulla fedeltà delle loro fidanzate sono Robert Gleadow e Anicio Zorzi Giustiniani, recentemente al Festival con Accademia Bizantina per Il Trionfo del Tempo e del Disinganno. Fiordiligi e Dorabella, che si fanno sedurre l’una dal fidanzato dell’altra, sono invece Ana Maria Labin, acclamata interprete mozartiana, e José Maria Lo Monaco, che – come Zorzi Giustiniani e Arianna Vendittelli vista negli altri due titoli – ha esordito al Festival all’interno del progetto dedicato alla Scuola Napoletana.

La formazione musicale di Tais Conte Renzetti è stata influenzata da un’infanzia trascorsa in Amazzonia e in varie città del Brasile prima del trasferimento in India, dove ha intrapreso gli studi di pianoforte e di canto. Successivamente, di nuovo in Brasile, si è dedicata alla direzione sotto la guida di Kirk Trevor e Emilio de Cesar de Carvalho, per poi studiare a Parma e specializzarsi a Vienna con Johannes Wildner e Uroš Lajovic. Nel 2020 è stata ammessa alla Riccardo Muti Italian Opera Academy, nell’ambito della quale ha lavorato con l’Orchestra Cherubini su Cavalleria rusticana e Pagliacci. Nel 2020 e 2021 ha frequentato i corsi di direzione di coro e direzione d’orchestra di Lorenzo Donati e Michele Gatti all’Accademia Chigiana di Siena. Dal 2016 fino alla sua prematura scomparsa, è stata assistente del direttore Martinho Lutero de Galati, collaborando con la Rete Culturale Cantosospeso a Milano e con la Rete Culturale Luther King a São Paulo. Lo scorso anno ha fondato l’ensemble barocco La Barca del ’700.

La Trilogia d’Autunno di Ravenna Festival, di cui Eni è partner principale, è resa possibile dal sostegno del Comune di Ravenna, della Regione Emilia Romagna e del Ministero della Cultura, con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna.

Info e prevendite Biglietteria Teatro Alighieri 0544 249244 www.ravennafestival.org

Biglietti: da 20 a 75 Euro

I giovani al festival: under 18 5 Euro, under 30 sconto 50%

Con l’app gratuita Lyri sottotitoli e trama del libretto sono disponibili in diretta su smartphone, in italiano e inglese

Chi non potrà assistere alla Trilogia avrà la possibilità, a partire dall’11 novembre, di guardare gratuitamente gli spettacoli su ITsART, la piattaforma streaming dedicata all’arte e alla cultura italiana, al seguente link: https://bit.ly/3SweaHB