Giovedì 19 luglio, alle 21 al Pala De André la tappa del tour planetario del leggendario rocker americano.

Un vulcano di idee che sfociano in un’iper-produttività caratterizzata da fusione, contaminazione, creatività e sperimentazione, con oltre quarant’anni di carriera alle spalle, senza mai perdere neppure per un attimo il suo leggendario aplomb: non a caso il concerto di David Byrne – in programma giovedì 19 luglio, alle 21 al Pala De André  – rappresenta l’apice e la festosa conclusione della sezione “americana” di Ravenna Festival intitolata Nelle vene d’AmericaAmerican Utopia, il titolo che il poliedrico artista ha dato al proprio ultimo disco e al tour mondiale che lo presenta, compendia magnificamente temi e visioni legati nel nostro immaginario alla grande nazione al di là dell’Atlantico; ma lo fa con estrema originalità, in quel clima disincantato in cui alle grandi utopie si sostituiscono piuttosto da aspetti distopici. La strada seguita da Byrne ha tutta l’intelligente leggerezza del suo approccio alla vita e all’Arte: sempre curioso e proiettato nel futuro, come dimostra il suo nuovo programma intitolato Reasons To Be Cheerful, volto a individuare quanto di positivo e innovativo accade nel mondo.

Grande l’attesa per un concerto che promette di essere epocale e rivoluzionario per il modo in cui è stato concepito, coniugando l’Hi-Tech più avanzato con una sorta di coreografia ininterrotta che vede gli 11 magnifici musicisti sul palco in perenne movimento, liberi come sono da cavi, amplificatori, e quindi in sostanza danzatori immersi in uno spazio vuoto o meglio: solo pieno di musica fantastica. Difficile pensare di poter fare di meglio dopo il tour di The Name of This Band Is Talking Heads – da molti considerato a tutt’oggi il miglior tour mai realizzato da una rock band – o il leggendario film-concerto Stop Making Sense (diretto nel 1984 da Jonathan Demme); eppure, a giudicare dall’universale consenso espresso dalla critica musicale, American Utopia sta diventando a propria volta l’ineludibile punto di svolta del modo di proporre musica dal vivo nel Terzo Millennio.

Fondatore e frontman dei Talking Heads dal 1974, dal 2002 inserito nella Rock and Roll Hall of Fame, produttore discografico, fotografo, regista, autore, musicista e infine artista, David Byrne è un talento in continua esplosione. Americano di origine scozzese, ha lasciato un segno importante e definitivo nella storia della musica con la fondazione dei Talking Heads, band sperimentale e d’avanguardia in grado di combinare musica bianca e musica nera, costituendo una delle colonne portanti della new wave americana. Successivamente – e contemporaneamente – ai Talking Heads, David Byrne ha intrapreso dal 1981 una lunga ed illuminante carriera solista, collaborando con artisti del calibro di Brian Eno, St. Vincent con la quale ha pubblicato l’album Love This Giant nel 2012, Ryuichi Sakamoto con cui ha vinto l’Oscar, il Golden Globe ed il Grammy negli anni 1988-1989 per la colonna sonora del film di Bertolucci L’Ultimo Imperatore. Tra i premi ricevuti nella sua lunga e ancora molto attiva carriera anche un David di Donatello per il miglior musicista (“This Must Be The Place“, 2012, regia di Paolo Sorrentino) e un David di Donatello per la miglior canzone originale (“If It Falls, It Falls“, 2012). La sua passione per la world music lo ha portato inoltre a fondare la Luaka Bop, la fortunata etichetta di Os Mutantes, Jim White, Los De Abajo, Atomic Bomb Band ed altri. Ma la carriera artistica di Byrne continua in modo poliedrico: l’artista infatti espone visual art da oltre un decennio e si è dedicato con continuità a produzioni teatrali come Joan of Arc: Into the Fire, una rivisitazione teatrale della storica Giovanna D’Arco, presentato in anteprima quest’anno al Public Theatre di New York, oltre alla pubblicazione del libro How Music Works (2012, edito in Italia da Bompiani), uno studio sulla storia, l’esperienza e l’aspetto sociale e sociologico della musica.

American Utopia, il nuovo album di Byrne uscito 9 marzo per Todomundo/Nonesuch Records, è il primo lavoro solista dal 2004. Registrato per la maggior parte a New York nello studio della casa di David, American Utopia vede la collaborazione dell’amico di lunga data Brian Eno, del produttore Rodaidh McDonald (The XX, King Krule, Sampha, Savages) e di artisti quali Daniel Lopatin (aka Oneohtrix Point Never), Jam City, Thomas Bartlett (produttore di St. Vincent, aka Doveman) e Jack Peñate. Anticipato da Everybody’s Coming To My House –  brano composto insieme a Brian Eno con la partecipazione di TTY, Happa Isaiah Barr (Onyx Collective) ed il vincitore del Mercury Award Sampha – American Utopia è accompagnato da un lungo tour mondiale che metterà in scena un concerto che lo stesso Byrne ha definito “lo spettacolo più ambizioso che abbia mai fatto dai concerti che furono ripresi per Stop Making Sense“.  Si tratta di uno spettacolo estremamente innovativo, nella migliore tradizione del così anti-tradizionale Byrne.

La tappa ravennate del tour di David Byrne è resa possibile grazie al contributo di Coop Alleanza 3.0.

Info e prevendite: 0544 249244 – www.ravennafestival.org
Biglietteria serale al Pala De André dalle ore 19: tel. 331 1795599
Biglietti: da 20 euro (ridotti 18) a 60 euro (ridotti 55)
I giovani al festival’: fino a 14 anni, 5 euro; da 14 a 18 anni e universitari, 50% tariffe ridotte.
Il servizio navetta gratuito per il Palazzo De André percorrerà 2 volte la tratta Stazione – Palazzo M. De André, con partenza da Piazza Farini, alle ore 20.15 e 20.30. Al termine dello spettacolo due corse riporteranno gli spettatori al capolinea.

19 luglio – Palazzo Mauro De André ore 21

Nelle vene dell’America
David Byrne: American Utopia Tour
David Byrne voce
Chris Giarmo coro
Tendayi Kuumba coro
Karl Mansfield tastiera
Angie Swan chitarra
Bobby Wooten basso
Mauro Refosco tamborim tree, shaker
Davi Viera bongos
Gustavo Di Dalva conga
Tim Keiper campane, metallofoni
Aaron Johnston tamburi, hi-hat
Daniel Freedman tamburi, hi-hat

Figura cardine del panorama rock alternativo degli ultimi quarant’anni, fondatore e leader degli storici Talking Heads, ma anche instancabile sperimentatore e connettore di culture musicali diverse: David Byrne è tutto questo e molto altro ancora. È uno di quelli che ha fatto la storia, e che continua a farla, proseguendo imperterrito nel proprio percorso artistico, sempre in bilico tra avanguardia e popular music. American Utopia è il suo ultimo album solista, pubblicato quest’anno a ben quattordici anni di distanza dal precedente. Il tour planetario che ne accompagna l’uscita, già sold out in gran parte del mondo, fa tappa anche qui a Ravenna Festival per un live show particolarissimo dal punto di vista scenico e fortemente percussivo, e che per forza di cose si preannuncia imperdibile.