«In attesa del Consiglio straordinario dei ministri Ue sull’energia che si terrà il 9 settembre a Bruxelles vorrei condividere alcune riflessioni sulla scelta europea che considero l’elemento più decisivo e caratterizzante nell’elaborazione e nelle proposte del Partito Democratico.

Questa campagna elettorale troppo breve e costretta in uno spazio nel quale si fatica a comprendere l’articolazione delle posizioni dei vari partiti e candidati rischia di giocarsi tutta su aspetti marginali e contingenti. Si rischia di perdere di vista che stiamo eleggendo un Parlamento che avrà la responsabilità di guidare il paese per 5 anni in uno dei periodi più complessi della nostra storia repubblicana.

Più che alle polemiche personali e alle “micro-ricette” per affrontare questioni certamente importanti ma non strategiche, credo sia importante soffermarsi sugli assi portanti di una proposta di lungo respiro per offrire agli elettori una prospettiva chiara, elementi di giudizio sostanziosi e sostanziali.

L’Europa è il vero discrimine tra la destra populista e la sinistra responsabile nella quale io mi riconosco. Occorre sottolineare gli enormi passi avanti che l’Unione Europea è riuscita a compiere nell’ultimo biennio, passando da una mera funzione di controllo dei conti pubblici nazionali a soggetto protagonista delle politiche di sviluppo.

Certo non è ancora l’Europa che vogliamo, il suo assetto istituzionale vincolato al consenso di tutti i membri e il permanere in troppi Stati di un atteggiamento di egoismo nazionale frena il dispiegarsi di politiche efficaci, ma fenomeni come la pandemia, l’aggressione russa e la crisi energetica hanno reso evidente quanto sia indispensabile un governo europeo e quanto i singoli Stati senza un coordinamento siano destinati a essere marginali.

Da questo punto di vista la destra ha riferimenti chiari, il sovranismo di Orban con l’Ungheria, la Polonia o peggio la Russia di Putin come modello di governi reazionari e illiberali. Ma veramente qualcuno può pensare che guardando a quella parte del mondo si possa trovare ispirazione per costruire un futuro di prosperità e di pace? Noi restiamo solidamente ancorati a una idea di economia sociale di mercato che fa perno su sistemi democratici aperti e partecipati, fondati sui diritti e sui valori dell’uguaglianza e di solidarietà. Abbiamo già vissuto le tragedie e le sofferenze dei regimi autoritari e lotteremo per combattere contro chi vuole riportare indietro la direzione della storia.

Calenda e Conte sembrano non capire che solo da una lotta comune può generarsi un fronte modernizzatore e si ostinano a combattere il PD come se fosse il nemico da battere. Stanno in maniera miope facendo un gran frastuono solo per acquisire qualche voto con microbattaglie ma dimenticano qual è la posta in gioco e quali sono i veri nemici della democrazia e del progresso.

Gli elettori per fortuna sono molto più avanti e sapranno il 25 settembre capire la gravità della situazione e affidare il loro voto a chi è garanzia di responsabilità e investimento in una concreta prospettiva di futuro, di democrazia, giustizia, sviluppo e innovazione.»